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venerdì 7 gennaio 2011

I 67 professori dissenzienti additati al ludibrio nazionale (“L'invenzione del cristianesimo”) 258

I 67 professori sono stati additati al ludibrio nazionale come “cattivi maestri”, “cretini”, “liberticidi”, “oscurantisti”, “illiberali”, e così via. Un ex ministro, confondendo la democrazia (dove il dissenso è legittimo) con la teocrazia (dove il dissenso è punito col rogo) ne ha chiesto il licenziamento e la condanna alla galera e li ha definiti nemici della libertà e promotori di odio e di terrore.

Il Senato accademico dell'Università, appecorato al Rettore, dopo la rinuncia autonoma del papa ad accogliere l'invito, ha espresso grande rammarico per la perdita di una occasione di dialogo e riflessione culturale e civile.

Secondo quell'aulico consesso, dunque, la prolusione di un papa su verità dogmatiche assolute, eterne e immodificabili, era sinonimo di dialogo e non invece di un diktat da parte di un dittatore del Dogma, che in ogni occasione afferma il primato della fede sulla ragione e sulla scienza.

Rinunciando alla visita, papa Ratzinger ha ottenuto il risultato immediato di apparire un martire, di fronte all'opinione pubblica italiana. In realtà quella rinuncia ha dovuto farla per evitare sgradite e poco rispettose contestazioni di cui i media di tutto il mondo avrebbero dato notizia, provocando una sua caduta di prestigio e di rappresentatività.

Privo di quella copertura fittizia di intoccabilità e di maestosità di cui si ammanta con il supporto dei paludamenti scintillanti d' oro e d'argento. sarebbe apparso ai suoi sudditi com'è nella realtà: un semplice Re Nudo.

Lo spettacolo indecoroso, antidemocratico e servile dimostrato da noi italiani in quella circostanza, e che ha coinvolto, dal Presidente della Repubblica, tutte le alte cariche dello Stato, dell'opposizione e di gran parte della cultura nazionale, ha dimostrato l'infimo senso civico e il plateale servilismo che da sempre contraddistinguono il nostro Paese e la sua distanza anni luce da un autentico e sano laicismo.

D'altra parte paghiamo lo scotto di quasi venti secoli di Vaticano in casa, che ha reso gli Italiani, secondo il costume nazionale: amorali, superstiziosi, areligiosi e ipocriti conformisti.

Da noi, purtroppo, non si profila ancora all'orizzonte un leader carismatico che sappia coagulare attorno a sé quanti diventano sempre più insofferenti delle continue ingerenze vaticane che permettono alla Chiesa Cattolica di imporre per legge la propria visione morale a tutti i cittadini e di negare loro i diritti civili rendendo, di fatto, l'Italia il Paese più bigotto e arretrato d'Europa.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)