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lunedì 17 gennaio 2011

Per Benedetto XVI l'educazione sessuale e civica minacciano la libertà religiosa.

Benedetto XVI durante un discorso che ricordava le violenze e le stragi contro i cristiani in Egitto e in altri paesi a egemonia islamica, che hanno insanguinato questo inizio di anno, ha inserito un attacco pesantissimo alla laicità, e ha scelto il terreno più scabroso per lanciare la sua crociata: la scuola e l’educazione, in particolare quella sessuale.

“Non posso passare sotto silenzio – ha rimarcato - un’altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione”.

Affermazione insensata, oltre ogni ridicolo che ha fatto ben presto il giro del mondo perché pronunciata davanti al Corpo diplomatico accreditati presso la Santa Sede.

In effetti, se una persona qualsiasi proclamasse che l’educazione sessuale nelle scuole minaccia la libertà religiosa, verrebbe preso per demente, visto che proprio mentre il Papa esponeva i suoi anatemi i giornali evidenziavano il dramma dell'analfabetismo sessuale degli adolescenti, moltissimi dei quali ritengono che una lavanda vaginale con la Coca Cola garantisca contro una gravidanza indesiderata, e la stessa cosa avvenga se l’amore lo si fa in piedi.

Evidentemente il papa ha voluto tramettere tutta la sua ossessione sessuofobica, di cui non c’è traccia nelle parole di Gesù, ma che trae origine da una fissazione nevrotica di san Paolo, il vero e unico inventore del cristianesimo.

Quanto poi all'educazione civica, il cui insegnamento nelle scuole italiane è sempre stato ferocemente impedito dal Vaticano, essa dovrebbe essere la principale materia scolastica, perché insegnando i valori della Costituzione forma il cittadino rispettoso di tutte le diverse convinzioni religiose, politiche, morali e garante di una civile convivenza. È proprio l’educazione civica il fondamento di ogni sana democrazia per la quale sono egualmente sovrani l’ateo e il cattolico, l’ebreo e il valdese, il buddista e il maomettano.

Ma Ratzinger, non vuole la Costituzione democratica e la sua interiorizzazione educativa perché formerebbe il cittadino consapevole dei suoi doveri ma anche delle sue libertà e dei suoi diritti, che la Chiesa non ha mai riconosciuto. Senza perifrasi: Ratzinger vuole che le leggi dello Stato obbediscano alla legge del chimerico dio cristiano che discende dal sanguinario dio biblico Jahvé.

Ma questo suo volere si chiama teocrazia, che è incompatibile con la democrazia. Radicalmente. Anche se la maggioranza della classe politica italiana appecorata al Vaticano finge di non capirlo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)