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giovedì 10 febbraio 2011

Don Ruggero Conti avrebbe indossato l’abito talare pur consapevole di avere tendenze pedofile.

Nel processo contro don Ruggero Conti, ex parroco della chiesa della Natività di Maria Santissima a Roma, arrestato due volte per abusi sessuali a danno di minori e prostituzione minorile aggravata il Pm ha chiesto 18 anni di carcere.

Condanna molto dura per un prete considerato «persona sensibile, un tipo molto carismatico», insomma, uno di cui fidarsi, che «si ricordava subito i nomi di tutti quanti, che ti metteva subito a tuo agio, come se fosse una persona che conoscevi da tanto tempo» e, considerato al di sopra di ogni sospetto, godeva della stima illimitata dalla destra al potere.

Ricordiamo che don Ruggero Conti è stato garante del programma per la famiglia e le periferie nella campagna elettorale del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, fino al suo arresto il 30 giugno 2008. I magistrati lo hanno bloccato mentre si preparava a partire per Sidney dove con i ragazzini del suo oratorio avrebbe partecipato alla Giornata mondiale della gioventù. È da allora in stato di arresto.

I capi d’accusa contro di lui sono piuttosto gravi: abusi su sette bambini di 10-12 anni che gli erano stati dati in custodia tra il 1998 e il 2008 in oratorio e nei campi estivi; e prostituzione minorile. Abusi che il pm ha definito «di inaudita gravità» perché «prolungati negli anni» e perché avrebbe approfittato dei situazioni «di debolezza o di difficoltà famigliare in cui si trovavano i piccoli».

In un caso un bambino era stato affidato al prete dalla madre indigente, perché lo aiutasse a superare i problemi dovuti alla perdita del padre. Ma il sacerdote ne avrebbe approfittato per violentarlo circa quaranta volte in cambio di abiti o denaro (dai dieci ai trenta euro).

Di recente, a carico del sacerdote sono i emersi anche altri abusi che risalirebbero fino a 25 anni fa e che si sarebbero svolti a Legnano, quando Conti ancora non era stato ordinato e insegnava educazione sessuale.

I fatti sono ormai prescritti, ma questo significa che l’ex parroco della Natività di Maria Santissima avrebbe indossato l’abito talare consapevole di essere un pedofilo. La qual cosa fa dire allo psichiatra Andrea Masini che molti pedofili si scelgano apposta determinate professioni.

«Non c’è dubbio che l’organizzazione della Chiesa risponda a certi requisiti. Il pedofilo, da calcolatore qual è, sa che il suo comportamento sarà coperto dal silenzio delle gerarchie ecclesiastiche. Se così fosse si tratterebbe di un feroce criminale che per decenni ha potuto agire indisturbato. Per saperlo non ci resta che attendere la sentenza del tribunale di Roma.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)