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venerdì 25 febbraio 2011

La pillola? Per la Chiesa il male. Per la medicina un salvavita. Per la donna la libertà.

È stata ostracizzata dalla Chiesa che considera tutta la contraccezione un male. È stata paragonata da essa ad un omicidio perché impedisce il concepimento. Ecco spiegato perché dopo cinquant'anni dal suo arrivo solo una minoranza delle donne italiane ne fa uso.

Le donne, causa la Chiesa, sono state male informate o non informate, o meglio sono state sempre ingannate. Mai è stato loro spiegato che la pillola non ha nessuna controindicazione per la loro salute, che anzi le protegge dal temibile tumore femminile dell'ovaio.

La pillola anticoncezionale, infatti, è lo strumento in assoluto più efficace che le donne hanno a disposizione per evitare questa malattia, che colpisce quasi cinquemila donne ogni anno in Italia, con una mortalità ancora elevata. È dimostrato che il rischio si riduce del 60% non solo durante l'assunzione, ma anche anni dopo la sospensione.

Perché tanta avversione contro la pillola? Perché la pillola è uno strumento offerto dalla scienza alla donna per sottrarsi ad un asservimento millenario al maschio. Inoltre, permettendo di scindere il rapporto sessuale dalla procreazione, ha consentito la cosiddetta rivoluzione sessuale femminile, invisa non solo alla Chiesa ma anche a tutti i misogeni e ai maschilisti.

La contraccezione permette ad ogni donna di scegliere liberamente di amare un uomo, e fino a che punto amarlo, e di decidere insieme a lui, come sua pari, se avere un figlio oppure no.

Le donne sono state tradite non solo perché tenute all'oscuro delle potenzialità della pillola ma anche perché la legge 194, nata per "garantire il diritto alla procreazione cosciente e responsabile", è stata in gran parte disattesa per non dire impedita.

Il suo obiettivo era ridurre gli aborti clandestini (che sono un grave pericolo per la salute, oltre che un dramma per la psiche), spostando l'obiettivo da una cultura punitiva ad una cultura preventiva. Infatti il numero di aborti, dalla sua introduzione nel 1978, è drasticamente diminuito.

Ma in realtà quella legge non è stata applicata nella sua totalità. Stato, Regioni e enti locali, spesso condizionati da pressioni religiose, non hanno voluto sviluppare servizi, informazione ed educazione per la prevenzione dell'aborto. Occorreva potenziare subito la diffusione dell'educazione sessuale e della conoscenza dei metodi anticoncezionali nelle scuole e nei media.

La pillola andava favorita, le sue proprietà anticancro andavano ben spiegate, e il preservativo, che difende da molte malattie veneree e infettive, doveva essere considerato un elemento integrante del rituale del rapporto sessuale e un segno di rispetto e di amore nelle coppia, soprattutto se occasionale.

Ma tutto ciò significava libertà sessuale, che per la Chiesa è la massima perversione quindi da ostacolare in tutti i modi.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)