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sabato 19 febbraio 2011

Insegnamento dell'etica laica, anziché della religione, in alcune scuole pubbliche australiane.

Una legge dello stato australiano del New South Wales (quello dove si trova Sydney) obbliga le scuole a inserire nel normale orario scolastico un'ora settimanale facoltativa di educazione religiosa detta «Special religious education» (SRE). La frequenza non è obbligatoria.

All'atto dell'iscrizione, i genitori indicano la confessione religiosa del bambino e possono ritirarlo dal corso in ogni momento dell'anno semplicemente avvisando il preside. A differenza dell'Italia, c'è da dire, qui l'ora di religione non è appannaggio di una sola religione, ma si divide tra oltre novanta diverse confessioni approvate (la maggior parte delle quali sono cristiane, sebbene vi siano anche istituzioni ebraiche e musulmane).

Per fornire un'alternativa ai genitori «che non professano alcuna delle religioni offerte o che credono che la religione sia una questione privata» nel novembre 2009 il governo del New South Wales ha deciso di sperimentare in dieci scuole l'introduzione di un'ora alternativa in etica.

Chi non segue la SRE può seguire un corso di "complementi di etica", in cui «imparare a pensare criticamente, a discutere di ciò che è giusto e sbagliato, e a trattare temi filosofici di livello adatto; i corsi evitano esplicitamente di inculcare particolari precetti morali nei bambini». In un certo senso, si tratta dell'equivalente laico della SRE (l'ora di religione australiana).

Ma cosa è successo nelle scuole in cui la sperimentazione dell'ora di etica laica è stata avviata? Il 47% degli studenti dei corsi di SRE (protestante) sono passati al nuovo corso.

 Quindi circa la metà degli studenti che prima seguivano un corso di indottrinamento in una particolare visione morale di tipo religioso ha scelto di avvalersi di un corso che insegni i fondamentali dell'etica senza inculcare alcuna visione particolare.

Ma subito ad allarmarsi per il successo dei corsi di etica laica sono state le organizzazioni religiose, quelle che avevano il monopolio dell'etica e che insegnavano agli studenti la loro versione della morale (e poi si lamentano della mancanza di libertà di educazione!).

La diocesi anglicana di Sidney ha infatti aperto un sito dedicato alla raccolta di fondi per «proteggere la SRE». Secondo questo sito, il rifiuto dell'educazione religiosa comporterebbe il rischio «di perdere la vera e fondamentale etica che ha sostenuto la struttura morale dell'Australia per centinaia di anni».

Quindi le religioni oscurantiste non vogliono accettare che possa esistere un'etica ben più umana, consapevole ed elevata di quella da loro impartita che è moralmente inferiore perché legata al mercantile e materialistico principio del premio e del castigo.

Ora immaginate un po' cosa succederebbe in Italia, se a chi rifiuta di frequentare l'ora di religione, venisse proposta un'ora alternativa di etica laica. La Chiesa reagirebbe con la più violenta e brutale opposizione.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)