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lunedì 14 febbraio 2011

Presentato a Bologna dal card. Ravasi il Cortile dei Gentili

Sabato 12 febbraio, presso l’Università di Bologna,, il card. Gianfranco Ravasi, presidente del pontificio consiglio della cultura,ha presentato ufficialmente il Cortile dei Gentili, la fondazione creata da Benedetto XVI per incontrare il mondo della non credenza i cui esponenti sono accolti in veste di ‘gentili’.

Il cardinale ha scelto interlocutori di comodo e ha escluso di farvi partecipare l’unica associazione di atei e agnostici riconosciuta dal ministero, l’unica rappresentante italiana nelle federazioni internazionali di non credenti, l’autrice del blog ‘religioso’ più seguito d’Italia, con il sito ateo più visitato d’Italia e la rivista atea più letta d’Italia.

Cioè la Uaar da lui definita “folkloristica”, “pittoresca”, “nazionalpopolare”, e le sue iniziative “carnevalate”, i suoi soci “bigotti” e “talebani”. Anche se non invitata l’UAAR ha ritenuto indispensabile assistere alla prima mondiale del Cortile dei gentili con il suo segretario nazionale, Raffaele Carcano.

Ravasi aveva inizialmente dichiarato di voler dialogare con le associazioni di non credenti e con quei non credenti che “vogliono avvicinarsi a Dio” e che credono che la teologia abbia “dignità scientifica e statuto epistemologico”.

L”evento di ieri ha mostrato la difficoltà di trovare simili interlocutori e, difatti, in pratica si è dovuto ricorrere al solo Cacciari, l’unico relatore esplicitamente ateo presente al convegno. Questo filosofo i era già un punto di riferimento di Ravasi per aver presentato in Vaticano il Gesù di Nazaret di Benedetto XVI e aver partecipato al convegno Dio oggi della CEI. Si tratta quindi di un ateo devoto, appartenente alla categoria che piace tanto alla Chiesa.

Di fronte alla secolarizzazione avanzante e alla continua crescita del numero degli atei, il Vaticano, conscio che non è possibile fermarne la crescita sul “libero mercato religioso”, cerca atei e non credenti subalterni al cattolicesimo: esaltatori delle radici cristiane e dell’autorità morale della Chiesa, allineati o quasi alla stessa sul testamento biologico, il crocifisso, l’insegnamento della religione a scuola.

I non credenti, stimati in quasi dieci milioni di italiani, non si riconoscono in queste posizioni. Infatti l’odierno ateismo di massa che fa paura al Vaticano non ha niente a che spartire con filosofi d'élite.

Il dramma della Chiesa cattolica oggi consiste nel fatto che la maggioranza delle popolazioni occidentali non va più a messa se non per celebrarvi riti di passaggio, non conosce quasi più nulla della dottrina, non sa più nemmeno bene in cosa crede, ma continua a dichiararsi cristiana.

Ravasi sarebbe molto più onesto, con chi non crede e con se stesso, se definisse “ateismo pratico” quello ‘praticato’ da costoro, molto più pericoloso di quello professato dagli atei e dagli agnostici che si autodefiniscono per quello che sono e che si uniscono in associazioni tipo UAAR.

Suona però strano, per non dire fastidioso, il fatto che un’istituzione pubblica, come l’Università di Bologna, si sia fatta complice del progetto vaticano proprio il 12 febbraio, Darwin day, giornata in cui in tutto il mondo le istituzioni culturali e associazioni come l’UAAR celebrano lo scienziato che ha sferrato il colpo mortale al vecchio creazionismo che è il fondamento dell'oscurantismo religioso.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)