Visualizzazioni totali

sabato 26 febbraio 2011

La base cattolica si ribella ma la gerarchia vaticana continua a palpeggiare il satrapo.

La rivolta morale sul caso Ruby e sui festini di Arcore serpeggia su molti settimanali cattolici. Molti editoriali sono severi e indignati atti d'accusa contro l'assordante reticenza di Bagnasco e Bertone a condannare la condotta del premier nel palese, ma sottaciuto intento, di approfittare dell'occasione per ottenere un simoniaco poderoso vantaggio a favore della Chiesa.

Esaminiamone alcuni. La Voce del Popolo (Brescia) pubblica una lettera-appello al segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone ("Cardinale, non incontri il premier") per chiedergli di non partecipare con Berlusconi alla celebrazione dei Patti Lateranensi, perché "la situazione morale e politica, i dubbi (poco dubbi per la verità) sulla moralità e il rispetto della legge della nostra classe politica impongono scelte coraggiose da parte di chi dovrebbe guidare i fedeli...".

Bertone invece, come ben sappiamo, ha visto il premier il 18 febbraio in un incontro apparentemente freddo e senza faccia a faccia ma, in realtà, anticipato da una sveltina segreta che sembra sia costata al nostro disastrato Paese un altro miliardo di contributi alla Chiesa, subito concessi dal premier in affanno.

Il settimanali di Torino “Il Nostro Tempo” elogia l'intervento di suor Eugenia Bonetti al palco di piazza del Popolo ("Nelle parole di una suora il senso di un grande basta!"); e l'altro settimanale “La Voce del Popolo”, dedica al premier due articoli su Ruby, parlando di "Mubarak, e sua nipote", e sul rinvio a giudizio.

Il Corriere di Saluzzo titola "Se non ora quando, migliaia in piazza" e parla di una "manifestazione rigorosamente apartitica e senza bandiere, ma inevitabilmente caratterizzata da slogan e battute con espliciti riferimenti alla vicenda Berlusconi-Ruby e al bunga-bunga", col premier "additato più come cattivo esempio da non imitare che come avversario politico da sconfiggere".

La Cittadella (Mantova) titola "Fermiamo la macchina del fango" criticando i giornali del gruppo Berlusconi per le inchieste denigratorie contro gli avversari del premier col vituperato "metodo Boffo”.

Il Popolo (Pordenone) si chiede nell'editoriale "Doppia morale pubblica e privata", se si può "scindere la politica dalla morale" o "se è separabile la vita privata di un politico dalla sfera pubblica", partendo proprio da Berlusconi. E la risposta che dà il giornale è "no.

Infine è da segnalare la grande attenzione alla manifestazione delle donne del 13 febbraio mostrata da molti testate tra le quali quella dell'Unione Monregalese (Mondovì) che titola "Dignità al femminile per risalire" un servizio in cui chiede di vedere restituita la dignità piena all'universo femminile deturpato da messaggi insistiti sulla bellezza esibita in modo sfacciato, sulla sessualità irresponsabile, sulla compravendita del corpo".

Purtroppo tutte queste sincere e legittime proteste della base cattolica, per la gerarchia vaticana affarista e interessata a sfruttare al massimo la situazione di ricatto verso il premier, sono soltanto voci declamanti nel deserto.

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)