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venerdì 18 febbraio 2011

Sull'orlo dell'apocalisse (La “mala” religione) 6

Qualcuno potrebbe osservare che non tutti i credenti sono fanatici e fondamentalisti, disposti cioè a ridurre il pianeta in cenere pur di annientare la controparte infedele, che anzi la maggior parte è gente moderata e tollerante. Si tratta di una stupida illusione che può valere per una parte del mondo occidentale.

Per i musulmani, no. Per essi la religione è profondamente inserita nel loro Dna. Essi credono graniticamente che il Corano sia la parola letterale e senza errore dell’unico vero dio e l’Islam una religione votata alla conquista del mondo. Appena l'occasione divenisse opportuna, non esiterebbero un istante a sopraffare il mondo occidentale, ritenuto da loro infedele.

Se poi accadesse, e potrebbe purtroppo accadere, che una minoranza fanatica, come quella di Al Queda, riuscisse a prendere il potere in uno Stato come il Pakistan, dotato di armi nucleari, non esiterebbe un istante a provocare la vera apocalisse.
Perché? Perché perire in una conflagrazione universale, combattendo per Allah, garantisce ad ogni musulmano un paradiso speciale, molto più glorioso di quello che viene dato al comune credente.

Infatti, chi cade combattendo per Allah, anziché passare secoli, decomposto sottoterra prima di essere resuscitato nel Giorno del Giudizio, raggiunge direttamente il Paradiso, il Giardino di Allah, in carne ed ossa, dove lo attendono mille delizie.

Verità suffragata dal Corano il quale, condannando esplicitamente a morte tutti i seguaci delle religioni rivali, promette ai soldati di Allah il paradiso dei martiri. Il miraggio di questo giardino delle delizie, predicato insistentemente dai capi religiosi e anche dagli insegnanti moderati, è quanto ogni musulmano crede fermamente, disposto a morire felice per ottenerlo.

Non va dimenticato che il musulmano maschio, nelle madrasse, cioè nelle scuole coraniche, viene sottoposto ad un indottrinamento così martellante, fin dalla prima infanzia, che lo rende immune da ogni più piccolo dubbio sulla verità che la Guerra Santa apra le porte del paradiso a chi uccide e si fa uccidere in nome di Allah.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)