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venerdì 27 maggio 2011

Gerd Lüdemann, professore dell'Università di Gottinga, rincara la dose di Bart Ehrman

Nel post di ieri affermavo che il dottor Bart Ehrman nel suo ultimo libro “Forget” dimostra che almeno 11 dei 27 libri del Nuovo Testamento sono falsi, e soltanto sette delle 13 epistole attribuite a Paolo sono state probabilmente scritte da lui.

Ora ecco un importantissimo articolo di Gerd Lüdemann, professore di Storia e letteratura del Cristianesimo delle origini all'Università di Gottinga, del titolo “Seven Golden Rules for Christian Theologians concerning the Old Testament and Its Relationship to the New Testament”(Sette regole d' oro per i teologi cristiani riguardo l' Antico Testamento e il suo rapporto col Nuovo Testamento) che rincara la dose di Ehrman.

In questo poderoso articolo vengono espresse alcune durissime critiche sulla validità dell'Antico e del Nuovo Testamento.

Eccone alcune. La storia del popolo di Israele prima della costituzione della monarchia davidica, come narrata nella Bibbia, non è storia, ma letteratura risultante dalla proiezione della cultura ebraica di epoca persiana ed ellenistica al periodo antecedente la monarchia; tradizioni cultuali, legali o sapienziali che non avevano basi storiche ma furono inventate e attribuite a profeti e patriarchi.

Quindi la validità storica delle narrazioni antecedenti l'Esilio è assolutamente nulla.

In secondo luogo, precisa Luderman, è assodato che «nessuno dei libri di Mosè viene da Mosè; nessuno dei salmi di Davide viene da Davide; nessuno degli oracoli di Salomone viene da Salomone; nessuna delle visioni di Daniele viene da Daniele.

Solo pochissime parole dei Profeti provengono dai profeti che danno i nomi a quei libri. Non ci fu Esodo fuori dall'Egitto, nessuna rivelazione sul Sinai, e nessuna trasmissione dei Dieci Comandamenti. Abramo, Isacco, Mosè e Giosuè sono semplicemente dei nomi; Gerico non fu mai conquistata».

Altra importantissima dichiarazione dello studioso di Gottinga: “L' Antico Testamento non è un'anticipazione del Nuovo, e il Nuovo Testamento non è un completamento dell'Antico.

Si tratta di due raccolte di testi tra loro indipendenti, riferite a culture differenti; l' Esodo dall'Egitto e la risurrezione di Gesù, cuore rispettivamente dell'Antico e del Nuovo Testamento, sono storicamente indimostrati. Continuare a sostenere la validità di questi eventi costituisce un errore che mina alle fondamenta la dottrina cristiana”.

E per concludere Lüdemann afferma che gli autori del Nuovo Testamento hanno frainteso praticamente tutte le profezie dell'Antico Testamento che citano; gli autori veterotestamentari non avevano cioè in mente ciò che quelli neotestamentari attribuiscono loro, sia che si tratti di errori, sia che si tratti di manipolazioni ( vedi come esempio le cinque profezie riportate da «Matteo» riguardo la natività di Gesù).

Quindi l'intera Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento) è un'accozzaglia di invenzioni inserite in un testo di fallace storia sacra che ha permesso ai funzionari ecclesiastici e ai politici collaboratori di mantenere il potere per circa 2000 anni apportando un oscurantismo oppressivo e violento in gran parte del pianeta.

È sperabile che l'omino vestito di bianco che vive in Vaticano prenda atto di questi importanti contributi storici o vale l'antico detto che nessuno è più cieco di chi non vuol vedere?

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)