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mercoledì 25 maggio 2011

Messaggio di Christopher Hitchens agli atei statunitensi.

Christopher Hitchens è un famoso giornalista e saggista statunitense, uno dei cosiddetti «quattro cavalieri» dell'ateismo moderno assieme a Richard Dawkins, Sam Harris e Dan Bennett.

Le critiche di Hitchens, che hanno evidenziato le nefaste conseguenze del pensiero religioso in tutti campi,non hanno risparmiato nessuno e hanno colpito gli esponenti di qualsivoglia religione organizzata, non solo del cattolicesimo. Per esempio egli ha rivolto pesanti critiche al Dalai Lama per aver venduto indulgenze a personaggi famosi di Hollywood seguaci del buddhismo.

Insomma un personaggio urticante. In italiano sono stati tradotti due sui bestseller che vale la pena di leggere: “La posizione della missionaria. Teoria e pratica di Madre Teresa di Calcutta” (Roma, minimum fax 2003) e “Dio non è grande: Come la religione avvelena ogni cosa” (Torino, Einaudi 2007) . Sono entrambi dissacratori al massimo.

Tanto per capire il personaggio ricordo che in un'intervista al Free Inquiry del 1996 ebbe a dichiarare: “Sono un ateo. Non sono neutrale rispetto alla religione, le sono ostile. Penso che essa sia un male, non solo una falsità”. Purtroppo, da un paio d'anni, Hitchens è affetto da un cancro all'esofago fra i più deleteri che minaccia seriamente la sua sopravvivenza.

Invitato recentemente alla conferenza degli atei statunitensi, non ha potuto parteciparvi per la perdita della voce, ma ha ai suoi cari compagni di incredulità mandato un messaggio molto significativo.

Dopo essersi dichiarato molto orgoglioso di aver combattuto contro il diritto dei bulli e dei tiranni ad avanzare l'assurda affermazione di avere dio dalla loro parte, egli scrive: "Aver avuto una piccola parte in questa resistenza è stato il più grande onore della mia vita: il modello e l'originale di tutte le dittature è la resa della ragione all'assolutismo e l'abbandono della ricerca critica e oggettiva.

"Il nome dozzinale di questa illusione letale è religione, e dobbiamo imparare nuovi modi di combatterla nella sfera pubblica, così come abbiamo imparato a liberarcene noi stessi in privato. Le nostre armi sono la mente ironica contro il letterale; la mente aperta contro il credulo; la coraggiosa ricerca della verità contro il pavido e le forze abiette che imporrebbero limiti all'indagine (e che stupidamente affermano che abbiamo già tutta la verità di cui abbiamo bisogno).

" Forse sopra ogni cosa, asseriamo la vita sopra i culti della morte e del sacrificio umano, e abbiamo paura, non dell'inevitabile morte, ma piuttosto di una vita umana che sia intralciata e distorta dalla patetica necessità di offrire irragionevoli adulazioni, o la abominevole credenza che le leggi della natura rispondano ad ululati e incantesimi".

E conclude invitando gli atei americani, in quanto eredi di una rivoluzione secolare, a difendere e sostenere la Costituzione che vigila sul confine tra Chiesa e Stato, contro i sempre più frequenti rigurgiti di fondamentalismo biblico-cristiano rappresentato da un protestantesimo illiberale e settario, come quello delle regioni americane della cosiddetta Bible Bel.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)