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venerdì 20 maggio 2011

Le fonti del cristianesimo (La “mala” religione) 82

Elementi comuni alle Lettere sono: il rigore etico indispensabile per aspirare alla salvezza; il significato mistico della morte e resurrezione di Gesù; l’attesa spasmodica della parusia (cioè del ritorno di Cristo dal cielo) e l’assoluta fede in Cristo.

Ma al di là dei contenuti comuni, ogni Lettera fa riferimento a situazioni particolari delle singole chiese fondate da Paolo, e reca i consigli per ovviare ai problemi che le travagliavano.

In alcune Lettere ci sono importanti riferimenti personali che ci consentono di conoscere qualcosa della vita di Paolo, dei suoi contrasti con la Chiesa di Gerusalemme, delle sue autodifese nei confronti dell’accusa di essere un millantato apostolo. Non sempre le notizie che ricaviamo dalle Lettere collimano con quelle che riscontriamo negli Atti.

Le Lettere, però, assieme agli Atti, sono documenti di fondamentale importanza per la conoscenza (anche se parziale) del cristianesimo primitivo, e della formazione della teologia paolina. Sono scritte in uno stile appassionato e d’intensa religiosità.

Fin dal loro primo apparire ebbero un’enorme ripercussione presso tutti i cristiani ellenisti, perché venivano lette e commentate in pubblico e scambiate tra le varie chiese ellenistiche. La loro influenza sulla nascita del cristianesimo eguagliò forse quella dei Vangeli, che nella versione attuale, come abbiamo visto, discendono direttamente dall’influsso di Paolo.

Questi sono i fondamentali documenti canonici che sono alla base del nostro cristianesimo, ma che hanno poca attinenza, come abbiamo visto in precedenza, col Gesù storico, cioè con l'uomo crocifisso da Pilato come un ribelle sovvertitore.

Sono tutti di derivazione paolina e sono stati creati allo scopo di trasformare Gesù da Messia fallito, quale fu nella realtà, a Salvatore e Redentore universale, quale ce lo propone la teologia paolina, dopo averlo demessianizzato e degiudeizzato.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)