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martedì 31 maggio 2011

A Malta l'ultimo baluardo del divieto di divorziare in Europa è crollato.

Ad una ad una le roccaforti del Medioevo clericale si sgretolano, liberando finalmente l’umanità dalla prigione oppressiva del cattolicesimo, nemico irriducibile di ogni libertà civile.

Domenica è successo a Malta, dove l'ultimo baluardo del divieto di divorziare in Europa è crollato. Con un referendum consuntivo, infatti, i maltesi, nonostante le fortissime pressioni della Chiesa, hanno legalizzato il divorzio con circa il 54% dei voti. Lo ha annunciato, obtorto collo e con vivo disappunto, il primo ministro supercattolico Lawrence Gonzi, che si era impegnato contro.

Secondo Jeffrey Pullicino Orlando, deputato nazionalista, promotore del referendum, la Chiesa ha esercitato un "terrorismo spirituale" di enormi proporzioni per contrastare l'approvazione del divorzio.

Le pressioni verso gli elettori da parte dei sacerdoti sono state durissime e diversi preti hanno affermato che agivano in tal modo per seguire l’appello lanciato da Papa Benedetto XVI quando visitò l’isola l’anno scorso ed esortò i maltesi a mantenere l’indissolubilità del matrimonio.

Vi sono stati episodi di fedeli usciti dalla Messa indignati a causa di prediche troppo schierate e quello di un sacerdote che ha negato la comunione ad una donna dopo aver saputo che intendeva votare a favore del divorzio. Le intimidazioni verso i fedeli sono state così pesanti che la Chiesa si è persino dovuta scusare pubblicamente e riconoscere di avere esagerato.

Comunque i maltesi si sono ribellati al secolare potere politico-religioso della Chiesa ed hanno votato sì al divorzio.

Nello Stato maltese questo problema era diventato sempre più impellente perché l'unico modo per metter fine alla propria unione matrimoniale è oggi rivolgersi al tribunale ecclesiastico della Sacra rota oppure ottenere un divorzio all’estero, che in questo caso viene riconosciuto dalla legge maltese.

Malgrado si tratti di strade difficili, spesso riservate solo ai più abbienti, il numero di unioni sciolte con questi due sistemi è cresciuto negli ultimi anni. Se comprendiamo anche le separazioni legali, l’intero fenomeno ha raggiunto una crescita del 160% negli ultimi dieci anni.

Ora, ha annunciato il primo ministro Lawrence Gonzi “il Parlamento deve elaborare una legge per l’introduzione del divorzio” , perché serve una legge che renda esecutivo il risultato. Purtroppo, con una Chiesa locale che esercita un fortissimo potere politico-religioso su ogni aspetto del Paese, questa legge sarà fasulla come quella italiana.

Frapporrà, cioè, tutti gli intralci possibili per ostacolare in ogni modo il divorzio, rendendolo di fatto impossibile. Così i maltesi, come gli italiani, se vorranno un divorzio rapido ed economico, dovranno recarsi all'estero, come fanno oggi.

1 commento:

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)