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mercoledì 25 maggio 2011

La Chiesa (La “mala” religione) 86

Col procrastinarsi della parusia, l’afflato divino che ispirava gli spirituali (Profeti e Maestri), andò scemando e contemporaneamente crebbe, per contro, l’influenza dei vescovi e dei presbiteri, i quali, essendo i dispensatori di denaro e di altri beni, acquisirono sempre più importanza e prestigio.

Ben presto i vescovi subordinarono i presbiteri e poterono disporre, ad libitum, di tutte le entrate e le donazioni della comunità, senza dover render conto a nessuno del loro operato, se non al buon dio.

Il Sinodo di Antiochia (nel 341), tentò, inutilmente, di mettere sotto controllo il comportamento amministrativo dei vescovi. Essi continuarono a servirsi dei capitali ecclesiastici autonomamente, soprattutto per consolidare la loro posizione personale.

Il loro potere diventò assoluto quando, emarginati del tutto Profeti e Maestri, aggiunsero alle funzioni economiche anche quelle pastorali.

Alla fine del II secolo essi avevano tutto il potere nelle loro mani: economico, religioso e giuridico; inoltre erano inamovibili fino alla morte e governavano la loro comunità come monarchi assoluti.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)