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lunedì 16 maggio 2011

Le fonti del cristianesimo (La “mala” religione) 78

I Vangeli hanno alcune caratteristiche fondamentali che li accomunano. Anzitutto sono tutti scritti in greco e almeno in un caso: il Vangelo di Giovanni, in un greco colto.

Ora sappiamo che gli apostoli erano dei semplici popolani, quasi sicuramente analfabeti. Ciò ci fa intuire che nessuno dei Dodici può essere considerato autore di uno di questi Vangeli scritti in greco. Inoltre, la narrazione di gran parte degli avvenimenti evangelici è spesso imprecisa e confusa riguardo ai luoghi, alle usanze, alla terminologia, agli avvenimenti stessi e alle leggi giudaiche.

Il che fa presupporre che chi scriveva non solo non avesse assistito ai fatti ma neppure conoscesse la geografia e le usanze ebraiche, quindi non fosse nemmeno un ebreo (e tanto meno un apostolo).

A riprova di quanto detto, possiamo osservare anche che sia nei Vangeli Sinottici, sia soprattutto in quello di Giovanni, si trovano pregiudizi fortemente antisemiti, introdotti allo scopo di far ricadere sul solo popolo ebraico l’infamia di aver assassinato il figlio di dio e scagionare del tutto i romani, che furono invece i veri responsabili della sua condanna.

D.J. Goldhagen1 ne rileva una quarantina in Marco, ottanta in Matteo, centotrenta in Giovanni, centoquaranta negli Atti degli Apostoli. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù stesso afferma che gli ebrei hanno «per padre il diavolo» (Giovanni 8, 44).

Con la storica frase di Matteo: “Pilato(…) presa dell’acqua, si lavò le mani davanti la folla: “Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!” E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada sopra di noi e i nostri figli” (Matteo 27, 24-25), ha avuto inizio l’antisemitismo che ha trasformato i figli d’Abramo in una genia di perfidi deicidi, perseguitati e sterminati fino a pochi decenni or sono nel mondo cristiano. Quale ebreo avrebbe scritto cose simili! Solo dei gentili potevano averlo fatto.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)