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giovedì 19 maggio 2011

Nella contraccezione l'Italia è più indietro dello Zimbabwe.

La contraccezione, unita ad una corretta educazione sessuale, è indice della civiltà di un popolo: contiene le nascite, evita gli aborti e nella forma del preservativo evita i contagi.

Questo in uno Stato laico. Ma in uno Stato cripto-teocratico come l'Italia, evitare nascite indesiderate,aborti traumatici e infezioni mortali con la contraccezione è un peccato gravissimo per la Chiesa e quindi va ostacolato in tutti i modi.

Ecco perché secondo l’ultimo rapporto sul benessere di madri e figli, stilato dalla ONG Save the Children, l’Italia scende in classifica dal diciassettesimo al ventunesimo posto tra i Paesi industrializzati: un arretramento dovuto alla condizione della donna e alla pratica della contraccezione.

Risulta infatti che in Italia solo il 41% delle donne usi un contraccettivo, a causa dei mille ostacoli per procurarselo, frapposti dalle nostre strutture sanitarie, da medici obiettori, nonché da governatori come Cota, Zaia e Formigoni. Siamo, quindi, lontanissimi dall’82% della Norvegia, ma dietro anche a Botswana (42%), Zimbabwe ed Egitto (58%) e Tunisia (52%).

Questo è una delle molte (troppe) sciagure provocate in Italia dall'aver il Vaticano in casa e una classe politica a lui appecorata. Perché è solo la Chiesa Cattolica, arroccata sui suoi principi antidiluviani dedotti dal sanguinario totem tribale biblico Jahvè (definizione di un teologo), che considera la contraccezione come moralmente equivalente all’aborto, per cui un profilattico o una pillola vengono considerati strumenti di morte.

Altre Chiese cristiane la pensano diversamente. Per esempio i luterani e valdesi accettano la contraccezione e il vescovo luterano Kaessmann ha definito la pillola “un dono di Dio”.

Perché, vi chiederete, la Chiesa Cattolica è così drasticamente contraria alla contraccezione? La risposta è lapalissiana: la contraccezione consente il sesso libero e l'autodeterminazione del proprio corpo. Ciò che per la Chiesa è un peccato mostruoso.

Essa vuole la criminalizzazione di ogni impulso sessuale che non sia finalizzato esclusivamente a fini procreativi, ed esclude del tutto il piacere fisico, psicologico e affettivo che il sesso comporta. Gli islamici e gli ebrei, che derivano la loro religione dallo stesso Dio bilico, sui contraccettivi non hanno queste limitazioni.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)