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giovedì 26 maggio 2011

Il professor Bart Ehrman dimostra nel suo ultimo libro che 11 dei 27 libri del Nuovo Testamento sono falsi.

Ho messo in evidenza più volte, sia in questo blog sia nei testi da me pubblicati, che i 27 documenti che costituiscono il Nuovo Testamento (i più importanti dei quali sono: le tredici Lettere di Paolo ,risalenti ad un trentennio dopo la morte di Cristo e quindi i documenti più antichi, gli Atti degli Apostoli, scritti verso la fine del primo secolo da un discepolo di Paolo di nome Luca, e, infine, i quattro Vangeli canonici attribuiti a Marco, Matteo, Luca e Giovanni, senz'altro più tardivi), sono tutti privi di ogni attendibilità e in gran parte degli autentici falsi.

Nessuno di essi ci è pervenuto in originale e tutti, proprio tutti, sono copie riscritte degli amanuensi ecclesiastici, datate nei casi più antichi, al IV secolo d.C. Si tratta quindi di trascrizioni di trascrizioni di trascrizioni sottoposte, attraversi i secoli, al continuo vaglio della Chiesa per essere adattati alle sue esigenze catechistiche e teologiche, e sono giunti a noi dopo aver subito manipolazioni, censure, manomissioni, omissioni, interpolazioni e aggiunte.

Un recentissimo libro di Bart Ehrman, professore di studi religiosi presso la University of North Carolina, Chapel Hill, e considerato una delle massime autorità mondiali nel campo degli studi biblici e  studioso di filologia greca ed ebraica, conferma pienamente questa tesi.

Significativo il titolo del testo: “"Forged: Writing in the Name of God -- Why the Bible's Authors Are Not Who We Think They Are"(Falso: perché gli autori della Bibbia non sono quelli noi pensiamo che siano”. Questo libro di Ehrman rivela "una delle più sconvolgenti ironie della tradizione cristiana primitiva": l'uso dell'inganno per propagandare la fede.

La liceità dell’inganno e della menzogna come «strumenti di salvezza» fu sostenuta già da Paolo (Romani 3,7 e Filippesi 1,15) e in seguito da molti Padri della Chiesa tra i quali san Crisostomo e perfino Origene, forse il più eminente e autorevole dottore cristiano dell’antichità.

"Non solo l'Antico Testamento contiene le inesattezze di errori accidentali, ma anche cose che appaiono agli occhi di tutti come menzogne". Secondo lo studioso biblico, almeno 11 dei 27 libri del Nuovo Testamento sono falsi, e soltanto sette delle 13 epistole attribuite a Paolo sono state probabilmente scritte da lui.

Un esempio di falsificazione operata nel Nuovo Testamento? Eccolo! Il dogma centrale del cristianesimo, quello della Trinità, viene affermato una sola volta nel N.T. (Prima lettera di Giovanni 5, 7-8), ma i versi rilevanti sono mancanti nei più antichi testi in greco. Sono stati in qualche modo inseriti nel successivo testo latino e divennero fondamentali per la fondazione del dogma.

Così importanti che, quando si notò che mancavano negli antichi manoscritti, il testo latino fu ri-tradotto di nuovo in greco per farlo sembrare autentico. Questa versione greca falsificata è la base della dottrina della Trinità, diventata centrale per il cristianesimo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)