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sabato 21 gennaio 2012

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). L'adozione di Mosè. 60


D'altra parte Mosè non poteva scrivere la sua Legge su una tabula rasa, poteva soltanto sovrapporla a una scrittura già esistente. I cristiani seguirono lo stesso principio quando, all'inizio della loro èra, edificarono le chiese sulle rovine dei templi pagani e celebrarono le ricorrenze religiose nei giorni delle festività idolatre.

Quindi l'astuzia di Mosè consistette nel disporre la nuova scrittura delle leggi rituali in modo tale da ricoprire interamente la vecchia scrittura, rendendola illeggibile per poi farla cadere nell'oblio. Questa interpretazione del comportamento di Mosè fu definito da Maimonide "inversione normativa". In altre parole, l'ebraismo inteso come controreligione egiziana.

È probabile che Maimonide, nella sua ricerca di motivazioni per «l'inversione normativa», si sia riferito ad autori pagani quali Manetone e Tacito. In essi, però, tale concetto aveva un significato antiebraico e inequivocabilmente polemico, poiché intendevano accusare Mosè di plagio, in quanto non aveva creato nessuna legge propria, ma si era limitato a capovolgere le consuetudini degli egizi.

Tacito condensa il principio dell'inversione normativa con la sua consueta laconicità: negli Annali afferma che gli ebrei sacrificavano arieti al loro Ente Supremo "in contumeliam Ammonis " (per schernire Ammone) (Tacito, Storie, Utet, Torino, 1970, pag. 500). Più chiaro di così!

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)