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martedì 31 gennaio 2012

Inizio dell'attività pubblica di Gesù (“L'invenzione del cristianesimo”) 26


Nel Vangelo di Marco c'è un episodio, riferito all'inizio della vita pubblica di Gesù, che potrebbe farci credere che la sua famiglia non approvasse il suo apostolato messianico, anzi ne fosse totalmente contraria. Leggiamolo: "...Entrò (Gesù) in una casa e si radunò di nuovo intorno a lui molta folla...allora i suoi (familiari), sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «è fuori di sé»..” (Marco 3,20-21). Anche nel Vangelo di Giovanni si afferma che i fratelli di Gesù "non credevano in lui" (Giovanni 7,5).

L'episodio sopra citato, molto emblematico, smentisce categoricamente la presunta Annunciazione. Com'è possibile che la Madonna, cui l'angelo aveva annunciato il concepimento nel suo grembo del figlio di Dio per opera dello Spirito Santo, fosse così all'oscuro dell'alta missione cui il figlio era stato predestinato, da vergognarsi di lui, ritenendolo fuori di testa, e cercare, con l'aiuto degli altri suoi figli, di fermarne l'apostolato? Come si vede le incongruenze dei Vangeli sono continue.

Durante la sua attività pubblica Gesù fu costantemente seguito da una turba di seguaci che comprendeva gente di ogni condizione sociale. Molti erano poveri e incolti, ma c'erano, saltuariamente, anche farisei e dottori. Egli accoglieva indiscriminatamente tutti, anche i pubblici peccatori, come i pubblicani e le prostitute. I dottori, gli scribi e i farisei, a detta dei Vangeli, lo trattavano con supponenza non avendo egli frequentato le loro scuole, e lo consideravano uno dei tanti rabbi improvvisati che sorgevano allora con una certa frequenza.

Secondo i costumi del tempo, predicava nelle sinagoghe di sabato, ove tutti potevano intervenire nelle discussioni, ma anche per le vie dei villaggi, negli spazi aperti e in riva al lago. Predicò quasi esclusivamente in Galilea e solamente nell’ultimo periodo della sua vita si trasferì a Gerusalemme.

È indubbio che tra i suoi seguaci più assidui ci fossero anche zeloti e sicari, allora considerati alla stregua odierna dei terroristi, perché Gesù assommava due caratteristiche: quella del Messia che aspirava alla liberazione di Israele e alla restaurazione del Regno di David, e quella esseno-ascetica che propugnava il ritorno integrale alla Legge, non tanto sotto l'aspetto formale, perseguito soprattutto dai farisei, quanto sotto quello etico spirituale.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)