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lunedì 23 gennaio 2012

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). L'adozione di Mosè. 61


La prova più evidente dell'inversione normativa ci viene dalla stessa Bibbia. In Esodo (8, 22) leggiamo che Mosè domandò al faraone tre giorni affinché gli israeliti potessero celebrare dei sacrifici nel deserto.

Di fronte alla pretesa del faraone che essi li celebrassero dove risiedevano e non nel deserto, Mosè obiettò: “Ecco, se offriremo sacrifici che sono un abominio per gli Egizi, sotto i loro occhi, non ci lapideranno essi?”.

Le parole “che sono un abominio per gli Egizi” si riferivano chiaramente al sacrificio d'animali che gli egiziani adoravano e consideravano sacri.

Spencer ci fa sapere come l'ariete sacro al Dio Ammon, e il toro sacro a Osiride, fossero le divinità supreme e i simboli più sacri degli egizi e che il loro olocausto fosse stato scelto a proposito da Mosè per allontanare il suo popolo dall'idolatria.

La guerra contro l'idolatria comportò durissimi scontri tra Mosè e i suoi seguaci se è vero che “in qualunque punto del deserto gli Israeliti si fermassero, incominciavano a farsi degli idoli” (Rabbi Juda, in Pirq. Eliez., pag. 47).


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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)