Visualizzazioni totali

domenica 22 gennaio 2012

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità). 101


Era trascorso, ormai, quasi un mese dalla fuga da Gerusalemme quando Rufo chiamò Giuda per presentargli Paolo, giunto fresco fresco da quella città, e per concludere i primi accordi sulla produzione di tende di cuoio. Egli seguì distrattamente la trattativa commerciale sull'acquisto delle pelli e per venire incontro alle insistenze di Rufo, si dichiarò disposto a impegnare nell'affare una certa somma di denaro, escludendo qualsiasi altra sua partecipazione.

Al termine della trattativa, s'appartò con Paolo e fingendo noncuranza, gli chiese gli ultimi avvenimenti della città. Il giovane accettò subito l'invito e, con una certa foga, del tutto inaspettata da parte di Giuda, si diede a raccontare l'irritazione dei sacerdoti del Tempio per la diceria, che da circa un mese si era andata diffondendo per tutta Gerusalemme, che il sedizioso Galileo, di nome Gesù, condannato alla crocifissione per ribellione, era resuscitato dalla morte e appariva ora qua ora là ad alcuni dei suoi seguaci.

Di fronte allo stupore per quest'avvenimento, ostentato ipocritamente da Giuda, si profuse in particolari grotteschi. Disse che i seguaci di quel falso Messia, costituiti da pericolosi zeloti, peccatori, pubblicani e meretrici, si proclamavano invasati dallo Spirito Santo e andavano come ebbri per la città a diffondere la notizia della sua resurrezione, data la sparizione del suo cadavere, suscitando spesso aspre reazioni da parte degli ortodossi e dando luogo anche a tumulti.

Concluse affermando che aveva promesso a un gran sacerdote di nome Giosuè, verso la cui figlia nutriva una forte simpatia, che al suo rientro a Gerusalemme, si sarebbe arruolato tra le guardie del Tempio per dare la caccia spietata a quei sediziosi che, purtroppo, stavano crescendo di numero.

A Giuda, il giovane fece un'impressione del tutto negativa. Scaltro negli affari, manifestava tuttavia un animo dominato da crudeltà ed esaltazione. Mentre parlava dei seguaci di Gesù il suo viso si alterava palesemente, assumendo un aspetto truce e carico d'odio. Giuda ne rimase esterrefatto ma nascose del tutto la sua impressione negativa. Al momento del commiato, Paolo si ripromise di informarlo più dettagliatamente nella sua successiva venuta.

Giuda rientrò a casa in preda a fortissima eccitazione. Ora gli appariva del tutto chiaro l'assurdo comportamento di Maddalena. Aveva fatto sparire il cadavere di Gesù per far annunciare la sua resurrezione. Ma a che scopo? Davide, altrettanto strabiliato per quella notizia, convenne con Giuda che la cosa non aveva senso.

Intanto Giuda aveva fatto pervenire un messaggio all'amico Ptolomeo perché venisse al più presto a Damasco, volendo affidargli il trasporto delle pelli acquistate da Paolo a Gerusalemme. Ne aspettava con ansia l'arrivo per avere notizie più dettagliate sui fatti di Gerusalemme.

Il lavoro della copisteria cresceva di giorno in giorno e Davide, e talvolta anche lo stesso Giuda, dovevano dare una mano al copista per fronteggiare le molte richieste dei clienti. La biblioteca si arricchiva ogni settimana di qualche nuova opera perché, quando ne arrivava una da copiare che non possedevano, se ne facevano fare una copia o se lo trascrivevano da soli. Quest'attività li occupava per gran parte della giornata e risultava loro altamente gratificante e per niente faticosa.
Un giorno si presentò nella sua casa un nabateo dall'abbigliamento molto raffinato ed elegante. Era un dignitario di Areta IV, re di Petra. Disse che il suo sovrano, nonostante trascorresse gran parte dell'anno nel deserto coi suoi beduini, amava molto la letteratura e voleva allestire nel palazzo reale una biblioteca di almeno un migliaio di libri. Intendeva raffinare la sua corte e accontentare la figlia Ismailia, dedita costantemente alla lettura dopo che era stata ripudiata, alcuni anni prima, da Erode Antipa che si era unito alla cognata e nipote Erodiade.

Giuda gli fece visitare la sua biblioteca, che ormai comprendeva centinaia di volumi, e il nabateo, dopo averla esaminata con attenzione, scelse le migliori opere degli autori greci e latini e gli diede l'incarico di farne delle copie da portare a Petra nel più breve tempo possibile.

Per far fronte a questa nuova richiesta, Giuda dovette aprire una nuova copisteria nella piazza principale della città. Per sua fortuna Crispino era riuscito a procurargli nel frattempo uno schiavo copista di origine egiziana, molto esperto anche in demotico. Ormai tutti lo conoscevano come il massimo editore della zona e veniva da lui gente da tutte le città limitrofe e perfino da Antiochia.

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)