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martedì 10 gennaio 2012

Ipotesi sulla nascita di Gesù. (“L'invenzione del cristianesimo”) 8


Dei quattro evangelisti solo due parlano della natività di Gesù: Matteo e Luca. Gli altri due la ignorano completamente. Ma Girolamo, autorevolissimo Padre della Chiesa e autore della Vulgata, manifestò grossi dubbi a riconoscere l'autenticità dei capitoli di Luca e di Matteo riferiti all'annunciazione e alla nascita virginale di Gesù, avvallando la supposizione che questi racconti siano stati inseriti nei due Vangeli solo nel IV secolo. Infatti Tatiano, autore nel 175 del Diatesserone, libro che riuniva in un solo testo i quattro Vangeli canonici, ignorava la natività di Gesù in Luca e in Matteo, come pure la ignorava Marcione nella sua Edizione Evangelica, scritta intorno al 170.

Ciò premesso, mettiamo subito in chiaro che Matteo e Luca scrivono della natività partendo da presupposti teologici diversi, per non dire contrari, e così i loro racconti sono discordanti per quanto riguarda la genealogia di Gesù, il tempo, il luogo, le modalità della sua nascita e gli eventi che la seguirono.

Cominciamo dalla genealogia. Matteo elenca quarantadue antenati di Gesù (Matteo 1,1-6), privilegiando, da David in poi, la discendenza salomonica, cioè regale, in quanto voleva dimostrare che Gesù era il vero Messia, discendente della stirpe di David, come predetto dai profeti, e destinato a diventare il re d’Israele.

Luca (Luca 3,23-37) elenca una trentina di antenati in più, rispetto a Matteo, ma predilige la discendenza sacerdotale (da un altro figlio di David: Nathan), volendo togliere a Gesù ogni riferimento messianico, osteggiato da Paolo, e attribuirgli un ruolo totalmente religioso e salvifico. Naturalmente, entrambe le genealogie che risalgono ad Adamo e coprono un intero millennio, sono pura invenzione. Lo deduciamo dal fatto che coincidono solo in due nomi e sono discordanti in tutti gli altri. Evidentemente, ha ironizzato qualcuno, i due evangelisti non si sono letti reciprocamente.

A proposito della genealogia di Matteo, suscita in noi una certa perplessità il fatto che questo evangelista inserisce in essa quattro antenate di Gesù che, a detta della Bibbia, erano donne di facili costumi e, per di più, non di sangue ebreo. Sono: la cananea Tamara, che si fa passare per meretrice onde giacere col suocero in un rapporto incestuoso (Genesi 38); la canaea Raab che si prostituisce in casa propria (Giosuè 2); la moabita Rut, adescatrice di mariti (Rut), e, infine, Betsabea, l'adultera hittita, che dopo aver tradito il marito Huria con David, acconsente all'uccisione del coniuge per unirsi definitivamente al re d'Israele e dargli il figlio Salomone (Samuele 2,1).

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)