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venerdì 27 gennaio 2012

La Chiesa Cattolica, ostacolando in tutti modi la contraccezione, è la massima responsabile degli aborti che avvengono nell'Occidente.


Durante il discorso ai 180 ambasciatori del Corpo Diplomatico accreditato in Vaticano, il Papa ha denunciato che "nel mondo occidentale ci sono delle "misure legislative che non solo permettono, ma talvolta addirittura favoriscono l’aborto, per motivi di convenienza o per ragioni mediche discutibili".

La condanna dell'aborto in base ad uno degli pseudovalori non derogabili della Chiesa è divenuto un mantra fisso nei discorsi del Papa. Ma ormai si fa sempre più strada in molti la convinzione che è proprio la Chiesa Cattolica la massima responsabile di moltissimi aborti ed anche delle principali cause di mortalità delle donne che nei Paese sottosviluppati interrompono clandestinamente la gravidanza.

Il perché risulta evidente a chiunque consideri che per sconfiggere l'aborto serve soprattutto la prevenzione che non può essere attuata con l'assurda pretesa cattolica della castità ma impartendo una rigorosa educazione sessuale a livello femminile che insegni alla donna l'uso dei contraccettivi e imponendo agli Stati la fornitura gratuita degli stessi.

Ciò che la Chiesa ha sempre impedito in tutti i modi, specialmente in Italia, dove, tanto per fare un esempio, la "Chiesa sta facendo pressioni sul governo e sta solidarizzando con i farmacisti per evitare la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, di cui fanno parte Norlevo e EllaOne: cioè rispettivamente pillola del giorno dopo e dei cinque giorni dopo". Non solo.

Il Papa si è espresso in favore dell’obiezione di coscienza dei farmacisti e la posizione della conferenza episcopale italiana è che "l'obiezione di coscienza è anche un diritto che deve essere riconosciuto ai farmacisti" dal momento che "è prevista dalla legge sull’aborto per i medici".

Sull’onda di tali interventi si sono verificati in alcune parti d’Italia dei rifiuti opposti da farmacisti fondamentalisti a consegnare i contraccettivi a donne regolarmente munite di ricetta medica. È successo a Roma, è successo con contestazioni clamorose a Bologna, è successo altrove.

Scrive Mauro Favale in La Repubblica che nella capitale farsi prescrivere e acquistare la pillola del giorno dopo in meno di 72 ore è una sorta di mission impossibile per molte donne e coppie. La stessa cosa succede anche in altre parti d'Italia.

Se, in seguito a queste difficoltà, una donna deve abortire perché, tra rifiuti vaghi e più esplicite obiezioni di coscienza, non riesce a prendere la pillola entro tre giorni dal rapporto sessuale, di chi è la colpa? Del Vaticano, soprattutto, ma anche della casta politica italiana codarda e immorale che lo asseconda.

Vendere nelle parafarmacie le pillole del giorno dopo significa dunque facilitare l’accesso delle donne ai contraccettivi d’emergenza. Tanto più che nella maggioranza dei paesi europei e negli Stati Uniti (per le maggiorenni, ma in Spagna anche per le minorenni), come sottolinea Filomena Gallo, la pillola del giorno dopo si vende senza prescrizione.

Sul piano scientifico essa non è minimamente abortiva poiché impedisce la fecondazione ed eventualmente blocca l’impianto nell’utero dell’ovulo fecondato. E senza impianto non c’è inizio di gravidanza. E allora perché la Chiesa fa di tutto per ostacolarla?

Ma è lapalissiano! Perché la pillola concede finalmente alla donna la libertà sessuale impedendo il concepimento. Delitto mostruoso per Torquemada vaticani per i quali la religione deve negare ogni libertà e ridurre il mondo ad una valle di lacrime.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)