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venerdì 20 gennaio 2012

Per la tv italiana esiste solo il cattolicesimo. Le altre confessioni religiose sono totalmente ignorate.


È quanto emerge dal Primo Dossier sulla presenza delle confessioni religiose in tv a cura della Fondazione Critica liberale. «Un dato clamoroso», ha commentato Giulio Ercolessi di italialaica.it presentando i risultati della ricerca.

Questi i dati effettivi della sperequazione televisiva nei talk-show presi sotto la lente: gli esponenti della Chiesa cattolica complessivamente hanno ottenuto un’attenzione pari al 95% del tempo di parola ; i soggetti di religione musulmana il 3%, l’1,2%; i rappresentati della Comunità ebraica, 0,2%; e 0,3% rispettivamente i cristiani ortodossi e i buddisti.

«A fronte di una società sempre più secolarizzata, nell’offerta televisiva ci troviamo di fronte a una presenza pressoché totalitaria della Chiesa cattolica nella sua forma più prona alle gerarchie vaticane».

Le trasmissioni di infotainement di Raiuno, Raidue, Raitre, Canale 5, Rete 4, Italia1 e LA7, snobbando il pluralismo religioso e filosofico pur presente nella società italiana e riservando una posizione di privilegio ingiustificata alla chiesa cattolica, di fatto rispecchiano una situazione distorta della società italiana, che oltretutto si fa sempre più laica, come emerge dall’altra ricerca, quella sulla secolarizzazione, presentata dalla sociologa Silvia Sansonetti.

I comportamenti concreti degli italiani negli ultimi 19 anni, contraddicono in modo manifesto la «vulgata massmediatica»: l’Italia è un paese sempre meno cattolico. Di anno in anno aumenta in modo costante e perfettamente lineare l’indice di secolarizzazione della società italiana calcolato sui dati dell’Istat, della Cei, del Miur, del ministero della Salute, dell’Annuario statistico della Chiesa cattolica.

E i risultati parlano chiaro: sempre meno matrimoni in chiesa, sempre meno battesimi infantili, sempre meno comunioni e cresime, sempre più divorzi, aumento costante delle convivenze, sempre più figli nati fuori dal matrimonio, diminuzione degli introiti dell’8 per mille della Chiesa cattolica, progressivo calo delle vocazioni al sacerdozio, e chi più ne ha più ne metta.

A fronte di questa tendenza lenta ma inesorabile, la tv, principale strumento di informazione del popolo italico (il 84% della popolazione si informa principalmente attraverso questo mezzo), continua a rendere un’immagine del tessuto socio religioso degli italiani e delle italiane totalmente falso e distorto.

Solo per le nostre tv clericali e ipocrite ogni peto papale diventa un evento epocale e la religione cattolica inquina l'informazione e la cultura e perfino le trasmissioni di intrattenimento, complice la casta politica infingarda e appecorata.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)