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martedì 29 maggio 2012

Benedetto XVI come re Lear, incapace c di tenere a bada la sua corte?


È quanto si deduce dai recentissimi e sempre più frequenti scandali che esplodono in Vaticano. É chiaro che c’è un gruppo clandestino in Curia (non il solo maggiordomo arrestato ieri) a volere un cambio di gestione al vertice. L’arma che brandiscono i congiurati riguarda i recenti autogol internazionali di Bertone. In un anno il Segretario di Stato ne ha piazzati tre, tutti dannosi per l’immagine di Benedetto XVI e il suo desiderio di garantire pulizia e trasparenza nelle finanze e nell’amministrazione vaticana. 
Il primo è stato la rimozione di Monsignor Carlo Maria Viganò, segretario del Governatorato, trattato da mitomane per aver denunciato la corruzione negli appalti in alcuni settori amministrativi del Vaticano. Il secondo è la pessima figura presso l’organismo europeo, Moneyval, incaricato di verificare lo standard antiriciclaggio delle banche d’Europa. Con l'affossamento dell'Authority voluta dal papa per portare lo Ior nella “lista bianca” del sistema bancario internazionale, Bertone ha impedito la trasparenza per il passato, ignorando le accorate proteste del cardinale Nicora e di Gotti Tedeschi.
 Terzo clamoroso autogol : l’estrema brutalità con cui è stato silurato il presidente dello Ior Gotti Tedeschi. Mai era accaduto negli ambienti curiali, così felpati, che si colpisse tanto duramente nell’onore un uomo scelto dal Papa. Segno evidente che la lotta di potere all’interno della Curia ha raggiunto un livello di parossismo impensabile e che Benedetto XVI sia ormai un pontefice debole e fragile, incapace come re Lear di tenere a bada la sua corte. A complicare ulteriormente le cose ecco la pubblicazione di un libro bomba di Gianluigi Nuzzi del titolo "Sua Santità" (ed. Chiarelettere) in cui vengono svelati gli intrighi di potere, corruzione e intrecci tra il Governo italiano e la Chiesa, attraverso carte segrete di Papa Benedetto XVI, inedite e private,sottratte dalle sue stanze. Il libro di Nuzzi è esplosivo sotto tanti punti di vista perché svela trame che non riguardano solo il Vaticano, ma tutta la politica italiana e internazionale 
Sapere che c’è stato un lavoro diplomatico che si è sviluppato tra l’Italia e il Vaticano per evitare a quest'ultimo di pagare una multa sugli arretrati della tassa dell’Ici e che questa trattativa si è sviluppata in incontri tra Tremonti e l’ex presidente della Banca dello Ior Gotti Tedeschi, interessa tutti gli italiani che pagano le tasse. Come pure interessa conoscere la ‘nota preparatoria’ scritta da monsignor Dominique Manberti, ministro degli Esteri della Santa Sede, per Benedetto XVI in occasione di una cena segreta con il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Nella nota, Dominique Manberti indica al Papa una serie di appunti relativi all’incontro del 19 gennaio 2009, giorno in cui vedrà Napolitano. In essa si introducono i temi di interesse della Santa Sede e della Chiesa in Italia. Si evidenzia la centralità e il valore della famiglia e, in seguito, i temi eticamente sensibili. In questi appunti è scritto che il papa deve far pressione su Napolitano per evitare equiparazioni legislative e amministrative tra le famiglie fondate sul matrimonio e altri tipi di unione. 
 C’è scritto, inoltre, che riguardo all’ipotesi di intervento legislativo in materia di fine vita e di fine trattamento, di raccomandare al Presidente di impedire che l’eutanasia passi. Infine parla anche di favorire la parità scolastica e di contenere il calo demografico. Sono indicazioni precise che il Papa deve fare su Napolitano. Dimostrazione lapalissiana di come lo Stato vaticano esercita enorme pressione sullo Stato italiano. Immediatamente dopo la pubblicazione del suo libro ‘Sua Santità’, il Vaticano ha comunicato che agirà per vie legali contro l'autore e l'editore. 
La sua reazione oscurantista ignora che in Italia per la Cassazione non esiste la ricettazione di notizie. Comunque è veramente curioso che un Paese, come il Vaticano, che ha introdotto soltanto nel 2009 la legge antiriciclaggio, indichi alle autorità italiane il reato di ricettazione.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)