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martedì 22 maggio 2012

Il falso della seconda Lettera di Pietro (“L'invenzione del cristianesimo”) 119


Coloro che sostengono che tra i due apostoli c'era un accordo amorevole potrebbero invocare, a loro sostegno, la Seconda Lettera di Pietro nelle quale l'apostolo nomina Paolo come un carissimo fratello (2 Pietro 3,15-16).

Ebbene, questa lettera è universalmente ritenuta un falso, e la stessa CEI, nella versione della Bibbia del 1989, la riconosce come tale, definendola un artificio letterario. Il suo autore l'avrebbe composta un secolo dopo la morte dell’apostolo e avrebbe preso in prestito il nome di Pietro per conferire allo scritto una più elevata dignità.

Concludendo: non troviamo un documento, databile al primo secolo, che attesti il legame tra i due apostoli; solo la tradizione inattendibile, perché inventata, come tante altre, dai Padri della Chiesa, lo ha sostenuto con ostinazione.

Altra cosa incredibile: né Paolo, che scrisse da Roma le sue ultime lettere citando i nomi di molti dei suoi collaboratori, né gli Atti degli Apostoli, che arrivano fini al 62, accennano mai alla presenza a Roma di Pietro. Anche gli scritti cristiani fino alla metà del II secolo ignorano la questione.

Infatti, il viaggio di san Pietro a Roma e la sua disputa con Simon Mago, la sua crocifissione ed altri episodi a lui riferiti, sono narrati esclusivamente in libri dichiarati apocrifi dalla Chiesa stessa, come gli Acta Petri.



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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)