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domenica 20 maggio 2012

L'enigma svelato. 118


Anche a Damasco, nonostante le sue brevi permanenze, Paolo era riuscito a formare un piccolo gruppo di seguaci a lui devotissimi. Giuda li seguiva con curiosità e interesse. Scoprì che non si riunivano nella sinagoga, che sentivano ostile, ma in case private o in luoghi all'aperto e che queste loro assemblee erano da loro chiamate ekklesie (chiese), cioè comunità di credenti. A capo di questa comunità, Paolo aveva messo un presbitero, di nome Demetrio, scelto fra i più anziani, col compito di vigilare sulla condotta morale dei membri del gruppo. Per i pagani convertiti non era facile seguire i rigidi precetti etici dell'ebraismo, specie in campo sessuale. I richiami di Paolo e del presbitero erano quindi frequenti. Per tenersi in contatto con tutte le sue piccole chiese Paolo inviava ogni tanto delle lettere. Quando ne arrivava una tutta la comunità si riuniva a leggerla e a commentarla con passione e fervore. Poi si rivolgeva alla copisteria per farne più copie. Davide e Giuda erano così sempre a conoscenza del pensiero di Paolo. Dovettero convenire che Paolo sapeva toccare il cuore dei suoi fedeli e che le sue lettere suscitavano sempre entusiasmo e fervore e venivano scambiate tra le varie comunità.

Un giorno giunse nella copisteria un corriere romano di nome Cornelio, addetto alla distribuzione della posta imperiale. Arrivava fresco da Roma e nell'attesa che i copisti duplicassero alcune lettere, informò Giuda e Davide sugli ultimi avvenimenti della capitale. Disse che l'imperatore Claudio era molto adirato contro i membri di una nuova setta giudaica, conosciuti col nome di cristiani, i quali, pur esigui di numero, determinavano continui tumulti per istigazione del loro capo di nome Chresto. Erano fortemente imbevuti di messianismo e consideravano imminente la distruzione dell'impero romano per opera di Jahvè e l'avvento di un nuovo regno. Essi definivano Roma come la grande Babilonia, la madre delle meretrici e degli abomini della Terra e auspicavano la sua imminente distruzione. Gli ebrei della sinagoga, non sopportando il clima infuocato ed esaltato di questa minoranza cristiana, li avevano denunciati all'imperatore che con un editto li aveva espulsi dalla capitale.
Il racconto di Cornelio fece una grande impressione a tutti ma soprattutto ai giudei della sinagoga. Ormai era chiaro che mentre i cristiano-ellenisti, di origine pagana, erano cittadini tranquilli e rispettosi delle istituzioni imperiali, i cristiano-giudei diventavano sempre più turbolenti e ribelli.
Davide, riflettendo sugli avvenimenti che riguardavano Paolo, si rendeva vagamente conto che in essi c'era lo zampino del Potere ma non riusciva a coglierne il disegno complessivo. Stava, comunque, sempre all'erta. Aveva contatti quotidiani coi cristiani ellenisti di Paolo, ma anche coi pochi critiano-giudei capeggiati da Filippo e soprannominati in città col nomignolo di "capelloni", per il fatto che da molto tempo non usavano forbici e rasoi. Infine si vedeva spesso anche col rabbino Jeu, che odiava a morte gli uni e gli altri. Ascoltando tutte queste campane cercava di cogliere ogni minimo segnale che lo riconducesse al Potere. Dal presbitero Demetrio che era sempre in contatto con gli altri capi delle comunità elleniste, venne a sapere che Paolo, accompagnato da alcuni fedelissimi, era partito per il suo secondo viaggio missionario. Ma alla sue costole Gerusalemme aveva messo un suo inviato di nome Sila con lo scopo di controllarlo. Giacomo e i cosiddetti apostoli cominciavano a nutrire seri dubbi sulla ortodossia di Paolo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)