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domenica 20 maggio 2012

In nomine Domini 15


Fu giocoforza farlo salire in carrozza. Marozia mai aveva visto un essere così orripilante. Era tutto lercio e sudaticcio e puzzava come un caprone. Ordinò alle guardie di affrettarsi. Quando il sentiero finì ai piedi di una collina scoscesa, Teocrazio scese e s'inerpicò con alcune guardie sulla cima della stessa nella quale s'apriva una grotta semichiusa da sassi sovrapposti a secco. Si avvicinò con circospezione e cominciò a chiamare Simone con voce implorante, quasi querula. Passò del tempo prima che costui si affacciasse all'ingresso. Appena vide le guardie il monaco si ritrasse intimorito ma Teocrazio lo tranquillizzò. Una guardia gli spiegò lo scopo della visita, lo pregò di seguirla e gli promise che sarebbe presto rientrato nella sua grotta. Simone accondiscese con un po' di riluttanza e s'avviò verso la carrozza, tenendosi sempre il più lontano possibile da Teocrazio.
Quando le fu vicino, Marozia notò il suo aspetto pulito e curato, il suo corpo asciutto e il suo portamento austero e dignitoso e non poté non confrontarlo con quello di Teocrazio il quale tutto fasciato di lardo com'era, gocciolava di sudore e arrancava col fiatone. Appena gli fu spiegato il suo compito, Simone si rivolse al fanciullo e con un amabile sorriso gli rivolse la parola, usando un linguaggio incomprensibile ai presenti. Subito il viso del fanciullo si illuminò e dalla sua bocca uscirono parole gioiose. Finalmente qualcuno parlava la sua lingua e lo faceva uscire dall'isolamento di cui si sentiva circondato. Il dialogo tra i due durò fitto per un bel po', quindi Simone si rivolse a Marozia, che attendeva impaziente, e le spiegò la situazione.
Il fanciullo si chiamava Sofronio, era nativo di Hebron, città della Palestina, e parlava solo l'aramaico, la lingua di Gesù. Era stato, alcuni mesi prima, ceduto da sua madre ad un giudeo, di nome Malachia, che lo aveva portato a Roma e segregato in una casa solitaria. Gli era stato spiegato da Malachia che avrebbe dovuto, percorrendo una galleria sotterranea, entrare nella segreta di in un antico palazzo, e, attraverso un foro che avrebbe trovato in essa, raggiungere la stanza segnata nella mappa e trafugare alcuni rotoli in essa nascosti e quindi ritornare nella galleria e consegnarli al giudeo. A conclusione della sua impresa, sarebbe stato ricondotto a Hebron dalla madre.
Il giudeo Malachia lo aveva addestrato a lungo, facendogli simulare, nella sua casa solitaria, tutto il percorso che avrebbe dovuto compiere una volta entrato nel palazzo, gli aveva mostrato dei rotoli simili a quelli che doveva trafugare e gli aveva spiegato che erano scritti in aramaico. Nella mappa trovata addosso a Sofronio era indicato il punto esatto in cui si trovavano nascosti, dietro un finto muro, i preziosi rotoli.
Marozia, a quel racconto, tirò un enorme sospiro di sollievo. Nessuna congiura minacciava suo figlio papa, niente più avrebbe ostacolato le sue imminenti nozze con re Ugo. Al colmo della gioia abbracciò e baciò ripetutamente il piccolo Sofronio e decise, seduta stante, che da allora in poi il fanciullo sarebbe stato accolto nel suo palazzo col ruolo di paggio.
Per quanto riguardava i rotoli nascosti, incaricò Simone di trovarli con l'aiuto di Sofronio, di decifrarli e tradurli nel più breve tempo possibile. La carrozza ripartì con a bordo Simone al posto del povero Teocrazio costretto, con disappunto e ansimando per la fatica, di portarsi appresso il suo enorme corpo mentre rientrava a piedi al monastero, ove tutti lo attendevano con viva trepidazione.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)