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domenica 27 maggio 2012

L'enigma svelato 119


Il viaggio di Paolo si protrasse più a lungo del previsto ma, di tanto in tanto, egli, tramite Rufo, riuscì a mandare anche a Giuda della scarne informazioni. Poco dopo il suo rientro ad Antiochia, però, si precipitò a Damasco. Aveva urgenza di incontrare Rufo, col quale manteneva stretti rapporti commerciai, ma soprattutto riferire a Giuda e Davide le sue nuove esperienze missionarie.
"È stato un viaggio lungo, estenuante, pieno di peripezie, di pericoli e di scontri" esordì davanti a Giuda e Davide che l'ascoltavano col massimo interesse. "Ho rivisitato le vecchie chiese, istituite durante il primo viaggio, rinsaldando la loro fede, poi, seguendo le mie ispirazioni divine ho raggiunto la Macedonia e la Grecia, soggiornando a Filippi, Tessalonica, Atene e Corinto. Ovunque, appena giunto, mi presentavo nelle sinagoghe ad annunciare il ritorno del Risorto e l'inizio della nuova era messianica ma ero sempre respinto dai miei correligionari con l'accusa di seminare discordie e di contravvenire agli editti dell'Imperatore. Per salvarmi sono stato costretto a fughe precipitose. Sono stato anche imprigionato per lunghi periodi. Alla fine, stanco di subire continue contestazioni e improperi dai giudei, scuotendomi le vesti ho gridato loro: Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. Da ora in poi mi rivolgerò soltanto ai gentili. E così ho fatto, trovandoli molto più disponibili e ricettivi ad accogliere la parusia. Con loro ho creato molte comunità di credenti a capo delle quali ho posto dei diaconi, che sovrintendano all'assistenza dei bisognosi, dei presbiteri e dei vescovi per il controllo della condotta morale e dell'ortodossia dei credenti".
"E l'osservanza della Legge e la circoncisione imposte da Gerusalemme?" chiese Davide.
"Seguendo il tuo consiglio, le ho buttate alle ortiche".
"E il messianismo?"
"Altrettanto. Il mio Gesù è un Cristo demessianizzato e degiudeizzato".
"Una gran bella rivoluzione!" esclamò Davide.
"Per i gentili che vogliono farsi cristiani due sono i requisiti fondamentali che io impongo: una rigida condotta morale e la fede cieca in Gesù Cristo" spiegò Paolo. "Il resto: la circoncisione, l'osservanza della Legge e delle sue prescrizioni non servono a niente".

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)