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venerdì 18 maggio 2012

Con la recente marcia su Roma la Chiesa non ha difeso la vita ma la sua sessuofobia


Si è svolta domenica 13 maggio la Marcia su Roma, la manifestazione promossa da una cartello di associazioni integraliste cattoliche e di estrema destra, che andavano da Milithia Christi a Forza Nuova, per “affermare che la vita è un dono indisponibile di Dio” e, quindi, proporre l'abolizione della legge 194 sull'aborto. Presenti migliaia di persone, tra cui deputati di CL e dell’Opus dei, vescovi e cardinali di curia , sacerdoti e suore, nonché scout e medici obiettori. 

Il sindaco della città, Gianni Alemanno, postfascista e cattolico integralista, apriva la marcia indossando abusivamente la fascia tricolore. Come semplice cittadino, infatti, egli era pienamente libero di manifestare le proprie idee, ma indossando il simbolo del suo ruolo istituzionale in qualità di sindaco della capitale egli rappresentava il Comune di Roma che manifestava contro una legge dello Stato che ha consentito la drastica riduzione degli aborti clandestini nel nostro Paese
 
Infatti la Legge 194, nonostante la martellante propaganda clericale, rimane una conquista e che ha permesso di diminuire nettamente gli aborti. La relazione annuale al Parlamento sull’applicazione della 194 conferma infatti il trend del calo. E di come invece aumentino in quelle situazioni di marginalizzazione sociale e scarsa consapevolezza, specie tra le donne immigrate. Tra i molti slogan scanditi durante la manifestazione il più ricorrente era quello che etichettava le donne che abortivano come “assassine”.
 
Purtroppo è mancato un adeguato e organizzato argine laico capace di ribaltare l'accusa, ribadendo con forza che chi, come le Chiesa, punta contro la donna un dito inquisitore e accusatore, è responsabile di gran parte degli aborti che ancora avvengono nel nostro Paese in quanto, millantando pseudo valori non derogabili come la sessuofobia, ostacola e spesso impedisce la promozione, soprattutto tra i più giovani, di tutte le forme di controllo del concepimento.
Sono, infatti, gli anticoncezionali il modo veramente efficace per prevenire gli aborti ma la Chiesa, in basa alla sua sessuofobia, li avversa in tutti i modi.
È importante che le donne, specie giovanissime, acquistino consapevolezza di questo problema e prospettino, come fondamentale diritto femminile, la piena disponibilità di ogni strumento anticoncezionale e perfino la sua totale gratuità. Potranno così rigettare l'accusa di assassini a quanti rifiutano la prevenzione dell'aborto.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)