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sabato 20 novembre 2010

Dopo la visita del papa, Zapatero rispolvera i toni laicisti.

Piombato in Catalogna, “nella cintura rossa” di Barcellona, a sostenere il candidato presidente socialista, Jose Montilla, per l'imminente rinnovo del parlamento della Comunità indipendente, il leader spagnolo Jose Luis Rodriguez Zapatero ha pronunciato un comizio dai forti toni laicisti che ha infuocato gli animi di quelle teste calde catalane che, memori dell'oppressione catto-franchista, non aspettavano niente di meno di una sana dose di laicità da combattimento.

Poiché Mariano Rajoy, leader del Partito Popolare di centrodestra, lo aveva rimproverato per la sua assenza alla messa del Papa, in visita nel Paese la scorsa settimana: “Ma che pretende Rajoy”, ha urlato Zapatero alla folla, “che noi approviamo le leggi che piacciono al Papa?! No! Noi approveremo le leggi che piacciono al Parlamento ed ai cittadini di questo Paese, per tutti e con uguaglianza!”, e la folla di Barcellona è esplosa in delirio.

Zapatero ha quindi ricordato agli astanti che la Spagna ha vissuto decenni e decenni “dovendo sopportare l’imposizione di leggi, codici di condotta e un determinato modo di vedere la vita a causa della religione. Ora, i tempi sono cambiati e non c’è nessuna intenzione di tornare indietro”.

Fonti della Moncloa sostengono, infatti, che nel breve incontro, avvenuto al momento della partenza del papa dall'aeroporto, Zapatero non sia stato tenero con lui e gli abbia ricordato che la distanza fra Stato e Chiesa in Spagna è una garanzia costituzionale.

Come a dire: tanti saluti al pontefice che gli rimproverava il suo “laicismo aggressivo”, a causa delle tante libertà civiche concesse in Spagna e che al Vaticano, oppressivo e omofobo, proprio non vanno giù: nozze gay, soprattutto.

Fino a quando in Italia dovremo sopportare una classe politica, quasi interamente appaecorata al Vaticano, che nega ai suoi cittadini le più elementari libertà civili, e invidiare la Spagna che ha saputo scrollarsi di dosso la tirannia cattolica?

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)