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venerdì 12 novembre 2010

Vocazioni e frequenza alla messa domenicale in costante irreversibile declino.

L'esercito dei religiosi e dei preti italiani che fino a qualche decennio fa costituiva ancora un'armata potente al servizio della Chiesa, sta franando precipitosamente.

Tutti gli ordini - dai salesiani ai cappuccini – assistono allarmati al crollo delle vocazioni, e altrettanto succede nei seminari. Solo quarant'anni fa in Italia vi erano quasi trentamila religiosi, pari al 13% del totale mondiale. Ma tra il 1970 ed il 2008, recita l'Annuarium statisticum ecclesiae, per l'Italia il calo dei religiosi è stato del 32%, portandone il numero a meno di ventimila.

Altrettanto drammatico il calo negli altri Paesi europei. In Francia è stata del -37%, in Spagna del -38%, in Germania del -46%, nel Belgio del -38%. Una vera debacle se in questi giorni in Svizzera, i cappuccini con annunci sulla stampa (agenzia di stampa Ats) cercano nuove vocazioni proponendo ''un impiego a vita'' per offrire al posto dei soldi, ''spiritualita', preghiera e sicurezza sociale''.

Gli effetti di questo trend negativo hanno ripercussioni enormi. Rischiano di scomparire: istituti religiosi, istituti scolastici cattolici, centri di formazione professionale, centri culturali, librerie e case editrici religiose, emittenti radio televisive, riviste ecclesiali, strutture socio-educative, centri di assistenza ai poveri (mense, alloggi di emergenza), realtà di accoglienza per immigrati, strutture sanitarie, centri di assistenza per tossicodipendenti ed ammalati di AIDS e Istituti per disabili.

Tutte attività gestite da salesiani, francescani, cappuccini, domenicani, gesuiti, giuseppini, carmelitani, passionisti, rogazionisti solo per citare quelli più importanti. Senza contare che sempre più parrocchie italiane sono, a vario titolo. affidate a religiosi.

Le prospettive economiche e di prestigio che tanto allettavano la civiltà contadina verso la carriera ecclesiastica si sono quasi azzerate e così pure le aspirazioni religiose dei giovani oggi travolti dalla secolarizzazione galoppante.

Al calo delle vocazioni si aggiunge il calo costante della frequentazione domenicale della messa. L’Italia cattolica, considerata fino a poco tempo fa «eccezione» nel panorama secolarizzato dell’Europa occidentale e come modello per le altre Chiese del continente per il fatto che nelle indagini a campione i cattolici italiani che dicono di andare a messa tutte le domeniche sono il 30 per cento, in realtà, dopo controlli molto più accurati, arriva ad una percentuale di appena il 18 per cento.

Per un Paese che da venti secoli ha il Vaticano sulla groppa; che per vent’anni ha visto il Fascismo colmare di privilegi la Chiesa cattolica; che per oltre quarant’anni, è stato dominato da un partito, la Democrazia Cristiana, asservita al clero; che da decenni vede la Gerarchia Vaticana intervenire pesantemente nelle decisioni politiche, mungere pesantemente le casse dello Stato e frenare ogni vagito di libertà laica, e che da sempre è governato da un classe politica più disponibile a genuflessioni che a respiri, la percentuale di quanti (e sono quasi tutti anziani) vanno a messa la domenica non pare proprio una «eccezione».

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)