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lunedì 15 novembre 2010

In Brasile la Chiesa ha strumentalizzato la religione a fini elettorali, manipolando la coscienza degli elettori.

La recente campagna elettorale in Brasile che ha visto di Dilma Rousseff succedere al presidente Lula, ha messo allo scoperto le forti divisioni in seno alla Conferenza episcopale tra i cattolici integralisti di destra appoggiati dal papa in persona che la contrastavano, e i cattolici vicini alla teologia della liberazione che la sostenevano.

Il pretesto era l'accusa ,attuata con “la calunnia, la diffamazione, la menzogna e ogni sorta di inganni”, rivolta a Dilma di voler depenalizzazione l’aborto e l’eutanasia. In realtà il clero conservatore brasiliano, tradizionalmente vicino alle classi ricche e potenti – dittatori sanguinari compresi – e sempre ostile alle rivendicazioni sociali delle masse povere ed emarginate, voleva con la sconfitta della Rousseff interrompere le riforme sociali iniziate da Lula.

Era quindi necessaria una campagna di demonizzazione ai danni di Dilma Rousseff, sostenuta dall'intervento dello stesso pontefice nel chiaro “ tentativo di strumentalizzare la religione a fini elettorali” manipolando la coscienza degli elettori.

Per fortuna contro questo “schema di demolizione di una candidatura” attraverso “la calunnia, la diffamazione, la menzogna e ogni sorta di inganni”, fino al punto da inficiare lo stesso esercizio della democrazia, si sono opposti i vescovi più progressisti e meno appecorati al Vaticano e, soprattutto, i teologi Frei Betto e Leonardo Boff, sostenitori della teologia della liberazione, i quali hanno accusato apertamente Benedetto XVI di essersi comportato come “un militante delle forze conservatrici” e di aver ostacolato” le politiche sociali che salvano vite”.

L'inopportuno intervento del papa “nella politica interna del Brasile” è stato molto criticato dal clero progressista. “Il papa è stato strumentalizzato”, ha dichiarato dom Tomás Balduino, vescovo emerito di Goiás. Lo “hanno coinvolto nel nostro processo elettorale” mentre la Conferenza dei vescovi brasiliani (Cnbb), aveva dichiarato“che non avrebbe indicato alcun candidato e che la scelta era un atto libero e cosciente di ogni cittadino”.

“Parlano tanto della vita – ha proseguito il vescovo riferendosi ai suoi colleghi conservatori e al papa, – ma, in realtà, nel progetto da loro proposto, la vita non appare né come fondamento etico, né come priorità politica, e tutto viene subordinato al servizio del mercato capitalista globalizzato, all’inasprimento della miseria e alla devastazione della Madre Terra ”.

“La domanda scomoda che ci si sta ponendo da ogni parte – ha concluso Balduino – è la seguente: il papa è stato correttamente informato di cosa sarebbe successo in Brasile con la vittoria dei conservatori?”

Purtroppo il Vaticano, sempre più conservatore e arroccato su posizioni retrograde e oscurantiste è troppo lontano e insensibile rispetto ai gravi problemi dei poveri e dei deboli.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)