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sabato 13 novembre 2010

La visita in Spagna di Ratzinger, un mezzo flop.

Nella recente visita di Ratzinger in Spagna il papa di fronte al principe Felipe ha riconosciuto che «negli ultimi decenni» il Paese ha camminato «nella concordia e nell'unità, in libertà e pace». E gli ultimi decenni sono appunto quelli che separano la Spagna democratica dalla dittatura franchista durante la quale l'oppressione politica e religiosa era assoluta.

Ma Ratzinger non è riuscito a nascondere il suo fastidio per le libertà civili conquistate dal Paese iberico, soprattutto col governo socialista di Zapatero. Ha detto, infatti, che oggi la Spagna è quasi l'emblema di un «paese originario della fede» che "rischia" di scivolare nel laicismo” e che «l'anticlericalismo e un secolarismo forte e aggressivo» si sono sviluppati nel Paese.

Frasi che non sono passate inosservata in Spagna e sono subito rimbalzate sui giornali come su El Pais che, mentre riferisce di una partecipazione di fedeli inferiore al previsto, titola "Il papa critica il laicismo della Spagna attuale".

Appena posato il piede in Galizia Ratzinger ha cominciato a insistere sui leit motiv del proprio pontificato che rivendica le radici cristiane dell'Europa, il nesso tra «Verità» e libertà e tra fede e laicità.

Rivendicando le radici cristiane il papa ha finto di ignorare che queste hanno insanguinato per secoli il nostro continente con guerre di religione (che fino a pochi anni fa hanno devastato intere regioni come l'ex Jugoslavia); hanno imposto conversioni coatte, roghi, persecuzioni e intolleranze di ogni genere.

Ripetendo i suoi ossimori medievali, quali il nesso tra “Verità» e libertà e tra fede e laicità” ha cavalcato l'ignoranza delle masse. Come fa un filosofo, quale lui si picca di essere, collegare la verità religiosa di origine sopranaturale con la libertà di pensiero? E la fede cieca con la laicità? Sono principi che si escludono a vicenda. Ma lui imperterrito li spiattella in ogni occasione.

Comunque, secondo molti osservatori, la visita del papa è stata un mezzo flop. Lo scrive anche El Pais: non solo la manifestazione del bacio omosessuale ha distratto l’attenzione mediatica dalla visita di Benedetto XVI a Barcellona, ma soprattutto è il piatto delle presenze a piangere.

Centomila, secondo le stime del giornale, i fedeli ad accogliere il Papa, nonostante i tanti viaggi organizzati, compresi quelli dell’Opus Dei, che sono arrivati in 400 con sette pullman da Valencia. Anche sotto il profilo economica è stata un fallimento.

“Ci aspettavamo molto più movimento: abbiamo comprato 300 pagnotte di pane per tramezzini e ne abbiamo venduto solo 150, come un normale fine settimana” ha riferito un barista. Quelli che si aspettavano il bis dell’accoglienza massiccia riservata a Giovanni Paolo II nel 1982 stanno sbattendo la testa al muro.

E il Comune ancora si mangia le mani per il milione e settecentomila euro spesi per una visita che non ha smosso nemmeno lontanamente i 400mila che andarono a vedere papa Wojtyla.

Dal 1982 evidentemente le cose sono molto cambiate se l'arcivescovo di Madrid ha dichiarato che " in alcune materie" la Spagna in Europa è "al primo posto nella classifica del laicismo". 

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)