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martedì 16 novembre 2010

I Radicali diffondono via Internet lo spot pro-eutanasia.

Seduto sul letto, maglietta bianca, pantaloni del pigiama a righe, capelli rasati, qualche ruga sul viso e profonde occhiaie, un uomo di mezza età, duramente provato dal male, racconta in primo piano la sua storia.

«Io ho scelto di fare l’università, di studiare ingegneria - dice - Ho scelto di sposare Tina e avere due figli splendidi, ho scelto che macchine guidare, la maglietta che indosso, il taglio di capelli. Quello che non ho scelto è di diventare un malato terminale. Non ho scelto di patire la fame perché mangiare mi fa male come ingoiare lamette da barba e certamente non ho scelto che la mia famiglia debba vivere questo inferno insieme a me. Ho fatto la mia scelta finale. Ho solo bisogno che il Governo mi ascolti».

Esordisce così lo spot pro eutanasia confezionato in Australia e visibile su Internet da oggi in versione italiana (su Youtube e sul sito dell’associazione Luca Coscioni che ne ha curato l’importazione). Una rete televisiva locale, Telelombardia, si è dichiarata disponibile a trasmetterlo (sarebbe la prima in Italia), previa autorizzazione dell’Autorità garante per le comunicazioni come prescrive la legge.

È un video creato dal gruppo The Works di Sidney per l’associazione Exit international e rilanciato in Italia dall’associazione Luca Coscioni e dal Partito radicale. Il video si chiude con un enunciato del rapporto Eurispes 2010, che segnala come il 67% degli italiani sia favorevole alla legalizzazione dell’eutanasia. «Il nostro Governo no», conclude il messaggio.

Questa iniziativa dei Radicali ha per ora causato un muro di dubbi e di ‘no’. L’ultimo, è quello del deputato del Pd, medico, Ignazio Marino. “Lo spot – egli dice - rischia di diventare uno strumento utilizzato impropriamente da questa maggioranza per rendere ancora più difficile il percorso della legge sul testamento biologico che attende di essere calendarizzata alla Camera e consentire un finanziamento adeguato per le cure palliative, che al momento godono di appena un milione e mezzo di euro l’anno di budget“.

Forse per l'on. Ignazio Marino, che per estrazione e per cultura scientifica è senz'altro vicino alla proposta di legalizzazione dell'eutanasia, ancora non ci sono da noi le premesse per la la conquista della massima e più nobile libertà umana: quella che ci consente di decidere, con autodeterminazione laica, del nostro corpo, della nostra salute e della nostra vita.

Nonostante la stragrande maggioranza degli italiani (67%) sia favorevole all'eutanasia, i nostri politici, su imposizione della Chiesa, nemica irriducibile di ogni forma di libertà fondata sull'uomo perché in contrasto coi principi divini derivati da un dio chimerico, mai asseconderanno la volontà popolare.

Ma se anche da noi un nuovo gruppo politico, guidato da un leader alla Zapatero, osasse opporsi apertamente all'ingerenza della Chiesa e, senza sbandierare una finta fede cattolica, rivendicasse per l’elettorato illuminato tutte le libertà che la Costituzione riconosce, scoprirebbe che i cittadini veramente democratici (e sono più di quello che si pensa) lo seguirebbero con determinazione.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)