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mercoledì 10 novembre 2010

Ratzinger a Barcellona ha subito le contestazioni della Spagna laica.

Il 6 e 7 novembre Benedetto XVI a Santiago de Campostela e a Barcellona ha fatto una visita pastorale e a riceverlo, nella città catalana, non ha trovato solo credenti festan

Gli organizzatori di Morréate ante el Papa hanno così definito Joseph Ratzinger: "Il maggior rappresentante di un'istituzione che da molti anni è l'antagonista, per non dire nemica, delle lotte per i diritti sessuali ed affettivi di coloro che non praticano il sesso solo riproduttivo, o che non amano nel modo ritenuto corretto da questa istituzione”.

Le associazioni gay-lesbiche avevano annunciato nei giorni precedenti l’iniziativa del bacio “collettivo”. Un “bacio di due minuti”, avevano anticipato, “uomini con uomini e donne con donne” per protestare contro le posizioni del Vaticano sull’omosessualità. E così è stato.

Circa 200 gay e lesbiche si sono scambiati un “bacio di protesta” mentre papa Benedetto XVI usciva dall’Arcivescovado di Barcellona, diretto verso la Sagrada Familia. Questo “bacio collettivo” è avvenuto a poche decine di metri dall’auto di Benedetto XVI,  Dal gruppo sono partiti anche fischi e grida di contestazione rivolti al Pontefice.

La cattolicissima Spagna, che sotto Francisco Franco, il dittatore cattolicamente feroce e totalitario, aveva goduto un enorme potere e grandi privilegi per mezzo secolo, con l'avvento del governo di Zapatero ha subito una enorme metamorfosi diventando in breve uno degli Stati più laici d'Europa, con leggi molto avanzate sui diritti civili, rispetto alle quali l'Italia è ancora al Medioevo.

Erano da aspettarsi quindi le contestazioni da parte dei circa 60 movimenti laici, atei, anarchici, gay e di liberi pensatori riuniti nel collettivo «Jo no t’espero» (io non ti aspetto, in catalano) contro la linea del Vaticano sugli omosessuali, sui preservativi, sullo scandalo pedofilia.

Il Fronte di Liberazione Gay aveva chiesto al governo di Madrid di dichiarare Benedetto XVI «persona non grata» per la sua «condanna del libero esercizio della sessualita». Per la Chiesa, infatti, omosessualità è sinonimo della massima libertà sessuale ed essa criminalizza questo diritto perché, in nome del libero arbitrio e dell'autodeterminazione, si oppone al controllo e all'assoggettazione delle coscienze. Tutte empietà per la Chiesa oscurantista.

Esaminando la visita di Benedetto XVI in Spagna dobbiamo rilevare una cosa importante: che questo Paese è una vera democrazia dove il dissenso non è represso. Immaginate per un attimo se i nostri gay avessero fatto una cosa simile in una città d'Italia durante una visita del papa.

La repressione della polizia sarebbe stata durissima. A Palermo è bastato uno striscione che riportava una frase evangelica per scatenare polizia e pompieri adducendo i più futili motivi. Forse che questo papa considera il Vangelo un libro blasfemo?

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)