Nelle pagine precedenti abbiamo
delineato la figura e l'opera del Gesù storico, mettendo in evidenza
le sue aspirazioni regali e messianiche e i suoi stretti legami con
gli esseni di Qumran. Abbiamo denunciato le grossolane manipolazioni
che sono state operate sulla sua nascita, sul suo luogo di
provenienza, sulla sua famiglia. Abbiamo dimostrato l'appartenenza
degli apostoli alla setta degli zeloti. Infine, abbiamo chiarito che
la condanna a morte per crocifissione non dipese da motivi religiosi
ma squisitamente politici.
Contro queste conclusioni, basate
su dimostrazioni chiare ed evidenti derivate dagli stessi testi
canonici, la Chiesa si è sempre battuta, usando ogni mezzo a sua
disposizione per depistare la verità storica e sostituirla con la
sua verità di regime. La messianicità di Gesù e dei suoi
discepoli, però, come abbiamo visto, è documentata nei Vangeli in
modo schiacciante, nonostante i molteplici tentativi per occultarla.
A conclusione del presente capitolo la vogliamo rapidamente
riepilogare:
1. l'annunciazione e la genealogia
di Gesù in Matteo nelle quali viene proclamato il suo ruolo davidico
e regale;
2. la mitica strage degli
innocenti ordinata da Erode per eliminare l'annunciato concorrente
al trono d'Israele e la conseguente fuga di Gesù in Egitto per
sfuggire alla morte;
3. il battesimo di iniziazione
essenza, somministrato da Giovanni Battista, durante il quale Gesù
viene proclamato il Messia che doveva venire per raccogliere il
grano e
bruciare la pula, cioè a
restaurare il Regno di Dio e a dare inizio all’èra messianica.
4. l'ingresso trionfale a
Gerusalemme, alcuni giorni prima del suo arresto, durante il quale
Gesù viene osannato come il figlio di David e il nuovo re d'Israele;
5. la cacciata dei mercanti del
Tempio come profanatori, vero atto di guerriglia di stampo
esseno-zelota;
6. l’unzione di Gesù come
Messia per opera di Maria di Magdala nella casa di Betania;
7.le parole del sommo sacerdote
Caifa sul coinvolgimento politico di Gesù;
8. l'invito di Gesù agli
apostoli, alla fine dell'ultima cena, di procurarsi delle armi;
9. il tentativo di opporsi
all'arresto con l'uso delle armi da parte di Pietro;
10. l'arresto di Gesù per mano di
una coorte romana di 600 soldati;
11. le ammissioni esplicite dello
stesso Gesù, in risposta alle domande di Caifa, di essere il Messia
e il re d'Israele;
12. le accuse a Gesù dei giudei
davanti a Pilato di istigazione alla ribellione, del rifiuto di
pagare i tributi a Cesare e di essersi proclamato re d'Israele;
13 la toga rossa e la corona di
spine fatta indossare dai soldati a Gesù per irridere la sua
pretesa regalità;
14. la condanna alla
crocifissione, pena riservata ai ribelli politici;
15. la scritta sulla croce "Gesù,
re dei Giudei" fatta mettere da Pilato, come causa della
condanna;
16. la concomitante condanna,
accanto a Gesù, di due personaggi, quasi sicuramente coinvolti nella
guerriglia anti-romana, perché crocifissi per ribellione politica;
17. l'esecuzione di Giuda,
karakirizzato secondo la prassi degli zeloti;
18. le ripetute attribuzioni della
regalità di Gesù nei Vangeli (sei in Marco, cinque in Matteo, due
in Luca e otto in Giovanni) e quelle della sua discendenza davidica
(una in Marco, sette in Matteo e una in Luca);
la lapidazione di Giacomo,
fratello di Cristo, perché osannava a Gesù, figlio di David.
Nelle
prossime puntate vedremo la trasformazione del Gesù storico (il
“Jeoshua ha Nozri”), da fallito Messia d'Israele, a risorto
Messia Martirizzato, assiso alla destra del Padre e destinato,
secondo la profezia di Daniele, a tornare quasi subito dal cielo per
riscattare definitivamente Israele. Esamineremo così la seconda
metamorfosi di Gesù che fu all'origine dei cristiano-giudei della
Chiesa di Gerusalemme, guidati da Giacomo, fratello del Signore, e
dei cristiano-ellenisti del primo Paolo.
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