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giovedì 15 marzo 2012

Il motivo dell'arresto e della liberazione di Barabba (“L'invenzione del cristianesimo”) 64


Chiarito il nome, cerchiamo ora il motivo per cui era stato arrestato. La solita traduzione fuorviante ci dice: "(Barabba)...era in prigione perché aveva preso parte ad una sommossa del popolo in città ed aveva ucciso un uomo" (Parola del Signore, Editrice LDC-ABU, Leumann, Torino, pag. 206) . A sbugiardare questa plateale manomissione ci pensa il testo originale di Matteo, già citato in precedenza (e confermato pure da Marco):

"", che va tradotto così: "Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, Gesù Barabba, il quale era stato messo in carcere in occasione di una sommossa scoppiata in città e di un omicidio" (Matteo 27, 16).

Marco è dello stesso parere: "Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio" (Marco 15,7). Quindi, entrambi questi evangelisti non dicono che Barabba fosse uno dei rivoltosi e un omicida, ci dicono soltanto che era stato arrestato in coincidenza di un tumulto, durante il quale era avvenuto un omicidio. Ma ci fanno capire, tra le righe, che era totalmente estraneo ai disordini nei quali era stato coinvolto.

Esaminiamo ora il comportamento di Pilato. Dopo aver condannati a morte sia Barabba che Gesù, sotto la pressione popolare libera il primo, condannato a morte per un reato politico di sua pertinenza, e manda alla crocifissione (pena riservata ai ribelli politici) Gesù per un reato religioso di pertinenza esclusiva del sinedrio. 

Come possiamo spiegare un fatto così apertamente assurdo e contraddittorio? Con l'ammettere che tutto si è svolto all'incontrario di quanto affermano i Vangeli. Barabba, prosciolto dall'accusa politica, ritenuta inconsistente anche dagli stessi Vangeli, viene liberato; Gesù, riconosciuto colpevole di insurrezione armata, reato politico gravissimo, viene condannato alla crocifissione.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)