Nei
secoli XII-XI Israele era dunque ancora costituito da società
tribali separate, solo saltuariamente collegate tra loro in tutto o
in parte; tribù che non avevano ancora elaborato il concetto di
un'unità statale.
Le
rappresentazioni di un'unione compatta e funzionante come unità
organizzata è una proiezione retrospettiva risalente alla stesura
della Bibbia durante il regno di Giosia, avente lo scopo di
dimostrare che il popolo d'Israele discendeva da un unico patriarca
ed era dunque una nazione fin dalle sue origini.
Abbiamo
visto nel capitolo precedente che, in base alla Bibbia, quando gli
israeliti, guidati da Giosuè, completarono lo sterminio
dei cananei, «il paese ebbe requie dalle guerre» (Giosuè 11,23).
Ma
il successivo libro dei Giudici ci fa chiaramente capire che ciò non
corrispose al vero e che attorno agli israeliti erano ancora numerosi
i cananei e i filistei e che i matrimoni misti con queste
popolazioni, vedi il caso di Sansone, erano piuttosto frequenti.
Il
libro dei Giudici elenca i nomi delle molte città costiere e
settentrionali in mano ai cananei e ai filistei e ci fornisce pure i
nomi dei loro re. Parla anche diffusamente di altre popolazioni
ostili ad Israele, situate altre il Giordano: gli ammoniti, i
moabiti, i cammellieri madianiti e gli amaleciti. Popolazioni queste
che rappresentarono a lungo una costante minaccia per i figli
d'Israele.
Nessun commento:
Posta un commento