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domenica 11 marzo 2012

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità). 108


Paolo a questo punto scorse su un tavolo vicino tre rotoli e ne afferrò uno a caso. Lo svolse per leggerlo ma non riuscì a decifrare una parola.
“Che roba è questa?” chiese quasi con disgusto. E lo porse a Davide.
Davide l'aprì e gli diede una scorsa.
“È la storia d'Egitto scritta in demotico da Manetone”, rispose Davide.
“Perché leggi libri così strani?” chiede Paolo meravigliato. “Solo le nostre Scritture sono vere. Tutto il resto è falso e bugiardo”.

“Ne sei proprio sicuro?” fece Davide con un sorriso un po' ironico.
“Sicurissimo!″ fece Paolo. “Esse solo contengono la vera storia del mondo″.
“Ciò vale soltanto per noi ebrei" rispose Davide, "che col nostro Jahvè ci consideriamo il centro dell'universo e guardiamo dall'alto in basso le civiltà e le culture di tutti gli altri popoli, che sono invece più progredite e più evolute della nostra″.

“Tu stai farneticando!″ sbottò Paolo allibito.
“Ah sì? Tanto per farti un esempio vuoi che ti spieghi in due parole cosa, in questo rotolo, ci dice Manetone, il sacerdote egizio che sotto i Tolomei poté accedere agli archivi più antichi dei faraoni per scrivere la sua storia dell'Egitto, a proposito del nostro Mosè?″

“Sentiamo!″ fece Paolo con aria di sfida.
“Che Mosè non era il fanciullino ebreo pescato dal Nilo, come raccontano le nostre Scritture, ma un gran sacerdote di Eliopoli, di nome Osarsiph, cugino del faraone Ekhenaton. Quando il faraone fu assassinato e la sua religione monoteistica, fondata sul Dio Aton, sconfessata, il gran sacerdote Osarsiph, cioè Mosè, si ribellò e fu cacciato dall'Egitto. Allora si mise a capo degli schiavi semiti che si trovavano a Gosen sul delta del Nilo e li condusse in Palestina. I nostri antenati, a quel tempo, erano idolatri, come gli egiziani. Mosè, volendo imporre loro un Dio unico, dopo che questo era stato rifiutato dagli egiziani, ricorse alla coercizione più violenta e alla fascinazione. Con la prima, avvalendosi dell'aiuto dei leviti, soldati egiziani che lo avevano seguito, sottopose i nostri antenati ad una disciplina crudele, vedi il massacro dei tremila adoratori del vitello d'oro nel Sinai. Con la seconda, inculcò loro l'illusione di essere, tra tutti i popoli della Terra, l'unico popolo prediletto da questo Dio e l'unico ad avere il diritto divino del possesso della Terra di Canaan”.

"Tu stai bestemmiando″ esclamò Paolo, balbettando dalla sorpresa. “Quello che dici non ha niente a che vedere con le nostre Scritture!"
E siccome Davide voleva riprendere la parola, "Non intendo più ascoltarti, e me ne andrò subito da questa casa" urlò col volto stravolto dall'ira. E si alzò di scatto dalla sedia.

"L'uomo che teme la verità, è uno stolto" rispose Davide, senza minimamente alterare la voce. "Se te ne vai ora, senza chiarire le cose, significa che sei soltanto un piccolo sgherro, assetato di vendetta, come sei giudicato da tutti a Gerusalemme. Io speravo che fossi capace di affrontare la verità, ma mi sono illuso".
"La verità è quella dei sacerdoti del Tempio" gridò Paolo con rabbia.
"Miscredenti, affaristi, adoratori del Dio Mammona e collaborazionisti dei romani" rispose Davide, questa volta con sarcasmo.

Paolo a queste parole andò in preda ad una crisi di nervi e ripiombò sulla sedia. Era scosso da tremiti e convulsioni; contorceva la bocca, sbavava e ansimava rumorosamente.

Davide comprese subito di che si trattava. Con prontezza inserì tra i denti digrignanti di Paolo il primo oggetto che trovò a portata di mano, quindi lo stese delicatamente al suolo. Infine gettò dell'acqua fredda sul viso del giovane che, a poco a poco, si riprese. Era diventato, però, molto debole, quasi incapace di reggersi da solo e dovettero condurlo a spalle nella camera che gli era stata approntata. Messo a letto, piombò immediatamente in un sonno profondo, ma Giuda, spaventato per quanto era accaduto, pregò Dianteo di dormire in una branda davanti alla sua camera, per intervenire in caso di necessità.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)