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lunedì 11 giugno 2012

I primi movimenti eretici (“L'invenzione del cristianesimo”) 135


Chi, rifiutando ogni ingerenza filosofica pagana, si limitò all’esegesi delle parole di Gesù e di Paolo, a una teologia puramente evangelica, fu Marcione, filosofo di Sinope, sul Mar Nero. Costui, autore di un'opera intitolata “Antitesi”, conosciuta e diffusa in tutte le maggiori comunità cristiane dell’impero romano verso la fine del Il secolo, ma poi fatta sparire dalla Chiesa, ripropose con passione l’amore verso i poveri e gli infelici, inteso come il nucleo centrale del messaggio evangelico ed elemento distintivo della predicazione cristiana, e ritenne il Discorso della Montagna come quintessenza dell’insegnamento di Gesù. Marcione riuscì a fare molti proseliti sia a Roma, sia in Oriente e costituì coi suoi seguaci una vera e propria Chiesa (la prima in questa accezione del termine).

Respinse, come testo, sacro il Vecchio Testamento, in quanto esso poneva quale spirito universale reggitore del mondo Jahvè, la divinità nazionale più crudele e vendicativa della storia delle religioni, e pose le basi del modello ufficiale del Canone del Nuovo Testamento, cioè dei testi sacri a fondamento del cristianesimo. Fu il primo a far conoscere a Roma le Lettere di Paolo, delle quali considerò autentiche solo dieci. Il vanto supremo di Marcione e dei suoi seguaci fu il precetto di operare il bene senza l’aspettazione di una concreta ricompensa; essere buoni solo per essere buoni, perché agire eticamente reca in sé il proprio valore, senza il paradiso dietro le quinte.

Principio inaccettabile per la Chiesa per la quale le opere buone si compiono non disinteressatamente, ma nell’interesse della propria salvezza, con riguardo cioè all’altra vita: autentico materialismo religioso. Naturalmente fu considerato eretico e combattuto ferocemente dai Padri della Chiesa, soprattutto da Tertulliano che scrisse contro di lui un'opera memorabile “Adversus Marcionem” che ci ha consentito di conoscere il pensiero di questo grande filosofo. Di lui parleremo più diffusamente trattando del Cristo Gnostico.

Altro movimento eretico che ebbe largo seguito nei primi secoli del cristianesimo fu quello dei Montanisti che si richiamavano alla Chiesa delle origini fondata sulla grazia, sul dono profetico, sul sacerdozio universale e sulla dottrina del prossimo ritorno di Gesù. Esigevano una elevata e rigorosa moralità in contrapposizione al lassismo che accompagnava la mondanizzazione della Chiesa, già molto diffusa dal III secolo in poi, non solo perché essa era sempre più presente tra gli ambienti nobiliari e i funzionari statali, ma anche perché acquisiva sempre maggiori proprietà immobiliari e fondiarie e si era fatta enormemente ricca.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)