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giovedì 7 giugno 2012

Peccato e Redenzione. Il battesimo 79


Fu quindi Agostino «il padre del dogma del peccato originale nel vero senso della parola». e del battesimo imposto come obbligo categorico per cancellarlo. Da allora esso è diventatto il primo sacramento impartito al cristiano poco dopo la sua nascita col triplice scopo di togliere la tara ereditata dal peccato di Adamo; di cancellare tutte le colpe del passato, se somministrato in età adulta; e infine, ad imprimere il marchio indelebile di appartenenza alla Chiesa.

 Questo sacramento non deriva dalla tradizione ebraica e nemmeno evangelica. Infatti nessuna prescrizione dell'Antico Testamento lo impone, e ,secondo i Vangeli, solo Gesù lo ricevette dal Battista come iniziazione essena, ma non lo impartì a nessuno degli apostoli e mai ne parlò nei suoi sermoni. Esso era usato come rito iniziatico nelle Religioni Misteriche diffuse in tutto l'antico mondo pagano, sia in Oriente che in Occidente.

Le cerimonie battesimali, prima della nascita del cristianesimo, erano tutte uguali nell’antichità anche se recitate in nome di divinità diverse: in Egitto per la dea Iside, in Frigia per Attis, a Babilonia per Marduk, in Grecia per Dionisio e in Persia per Mitra. Mentre l’iniziato veniva immerso nell’acqua lustrale, il sacerdote recitava: «Tu sei rinato e da questo momento farai parte del mondo degli eletti a cui sono aperte le porte dell’eternità».

Tra gli ebrei del tempo di Gesù era praticato solo dagli esseni, che lo consideravano iniziatico alla setta. Fu introdotto nel cristianesimo da Paolo di Tarso, in sostituzione della circoncisione, aborrita dai gentili. Con Agostino divenne un obbligo rigoroso di coscienza impartirlo ai neonati. Esigenza mantenuta anche quando la Chiesa, riconoscendo la mostruosità dell'inferno per i neonati morti senza battesimo, inventò per loro il limbo, rimasto in vigore fino ai nostri giorni. Oggi, però, anch'esso è stato abolito da papa Ratzinger che ne ha ammesso la palese assurdità. Ogni tanto anche nella Chiesa affiora qualche briciola di resipiscenza. 

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)