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venerdì 8 giugno 2012

Nascita della Chiesa (“L'invenzione del cristianesimo”) 133


Col passare del tempo fu palese a tutti che Gesù, sulla prossima fine del mondo, s'era ingannato e la delusione dei cristiani fu enorme e molti di loro, dopo essersi stancati di levare gli occhi al cielo, sulle cui nuvole lo attendevano in carne e ossa, abbandonarono la fede in un Signore così poco puntuale (Tertulliano, De Patientia, 2).

Allora la Chiesa, trasferendo con mirabili contorsioni teologiche la parusia nell'aldilà trascendente, riuscì a salvare capra e cavoli e a giustificare la sua istituzione. Infatti, allorché l'arrivo imminente del Regno di Dio si rivelò un abbaglio, essa, dopo che gli Imperatori avevano elevato il cristianesimo a religione di Stato, ritenne rinviata sine die la parusia e dichiarò, tramite i suoi vescovi che allora se la passavano magnificamente bene, che non era più il caso di parlare della fine del mondo, anzi questa aspettativa andava aspramente combattuta come un'ingenuità.

Agostino fu il primo a identificare il Regno di Dio con l'aspettativa ultraterrena, capovolgendo radicalmente la primitiva fede cristiana. Mediante una simile falsificazione il cristianesimo venne salvato e la Chiesa fu consolidata nei secoli (Agostino, De civitate Dei 20,9). Ben pochi cristiani sono oggi consapevoli che la loro dottrina nacque nella convinzione che Cristo sarebbe tornato quando i testimoni oculari dei suoi insegnamenti erano ancora in vita, cioè poco dopo la sua crocifissione.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)