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martedì 19 giugno 2012

Le cause delle persecuzioni contro i cristiani (“L'invenzione del cristianesimo”) 142


La Chiesa ci ha trasmesso un'immagine deformata e antistorica delle persecuzioni da essa subite dagli Imperatori. Purtroppo i testi storici che vanno per la maggiore, hanno convalidato senza esitazioni questa verità di regime e hanno accettato, senza una seria indagine testuale, quella che David Donnini (D. Donnini, Cristo, Una Vicenda Storica da riscoprire, R. Massari Editore, Bolsena (VT), 1994) chiama la "retorica vittimistica delle persecuzioni”, per cui dobbiamo ammettere che molto di ciò che ci è stato tramandato sulle persecuzioni contro i cristiani è quasi completamente falso e del tutto leggendario perché fortemente condizionato sia dalla tradizione cattolica, sia da opere storico-letterarie di dubbio valore.
Chi conosce anche approssimativamente la storia antica sa che i romani, senz'altro duri e spietati sotto il profilo politico, erano del tutto tolleranti in campo religioso e ammettevano che i loro diversi popoli sottomessi seguissero liberamente i loro culti e le loro tendenze religiose.

Roma stessa era un coacervo di centinaia di divinità, spesso importate dai soldati da ogni parte dell'Impero, e tutte avevano il loro tempio e i loro seguaci. Nessun storico romano accenna mai a persecuzioni di tipo esclusivamente religioso. Solo se un culto si profilava ostile al potere costituito o palesemente immorale, poteva subire delle censure.

Com'è possibile allora che una religione che predicava la non-violenza, l'amore del prossimo (e perfino dei nemici) e la fratellanza universale (imperativi etici fortemente condivisi anche da molti pagani) e per di più dichiarava che bisognava dare a Cesare quello che era di Cesare (cioè riconosceva implicitamente il potere imperiale e ammetteva il dovere di pagare le tasse), subisse delle dure repressioni da parte degli Imperatori? Forse che questi erano disturbati dal fatto che il suo fondatore si proclamava figlio di Dio e vantava la sua resurrezione? Ma neanche per sogno! Erano così anche le altre divinità che andavano allora per la maggiore come Osiride, Attis, Mitra, Eracle e così via? E allora?

La verità è che la religione non c'entra niente con queste persecuzioni; c'entra, invece, e come, la politica. Per i romani la parola "cristianesimo", che traduceva esattamente il termine ebraico "messianismo”, era sinonimo di fondamentalismo nazional-religioso, cioè di una forma di fanatismo patriottico-giudaico inteso a scalzare il potere di Roma.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)