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venerdì 29 giugno 2012

Per il cardinal Bertone l'Aids si previene solo con la castità, mai col profilattico, considerato peccaminoso strumento anticoncezionale e di libertà sessuale.


L’epidemia di Aids che affligge tutti i Paesi del pianeta, è particolarmente diffusa tra i popoli africani. Ciò preoccupa non poco la Chiesa cattolica che considera il continente nero una potente riserva di caccia per incrementare i suoi proseliti, sempre meno numerosi nel mondo occidentale.
Ecco quindi il cardinal Bertone alla VIII Conferenza Internazionale Dream organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio tuonare a gran voce perché ai malati di Aids del continente africano sia fornita una cura gratuita ed efficace contro questa devastante epidemia. «Anche in Africa come in Europa, ha affermato con enfasi, abbiamo il dovere di raggiungere ogni donna sieropositiva in gravidanza, somministrarle la terapia antiretrovirale, consentirle di dare alla luce un bambino libero dall’Aids e di farlo crescere con il suo accompagnamento materno. La mortalità materna in Africa è, in forte percentuale, legata all’Aids».
Parole sacrosante dalle quali nessun essere umano può dissentire. Ma ad udirle ci chiediamo: la Chiesa ha finalmente preso coscienza del problema trasportandolo dal piano religioso a quello sanitario? Macché! L’Aids, per Bertone e compagnia, si può curare ma non prevenire. In poche parole, nessuna apertura ai preservativi, ancora oggi il miglior mezzo di difesa dal contagio. Solo la castità, che essendo la negazione dei nostri più sani istinti naturali, non è praticata nemmeno dalla maggioranze del clero.
D’altronde Benedetto XVI l’aveva detto chiaro e tondo in Angola il 17 marzo 2009 affermando, con sicumerica protervia, che l’epidemia di Aids che affliggeva i popoli africani non si poteva superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi, questi propagano l'epidemia. Le sua menzogna aveva scatenando le ire di molti governi dell'Unione Europea, nonché della prestigiosa rivista scientifica londinese Lancet che lo accusò, senza mezzi termini, di aver "pubblicamente distorto le prove scientifiche” per mascherare la criminale decisione di vietare l'uso dei profilattici, considerandoli peccaminosi strumenti anticoncezionali.
Solo il governo italiano, totalmente appecorato al Vaticano, aveva difeso le devastanti affermazioni papali, senza che l'opposizione, chiusasi ipocritamente in un assordante silenzio, lo contestasse.
La strategia “concreta” di Bertone per arginare la piaga della mortalità da Aids è roboante: «Promozione di campagne di sensibilizzazione, programmi di prevenzione ed educazione sanitaria, sostegno agli orfani, distribuzione di medicinali ed alimenti, assistenza domiciliare, ospedali, centri, comunità terapeutiche per cura e assistenza del malato di Aids, collaborazione con i governi, cura nelle carceri, corsi di catechesi, elaborazione di sistemi di aiuto tramite internet, istituzione di gruppi di appoggio al malato».
Tutto tranne l’uso del preservativo, il mezzo non solo più sicuro, ma anche più economico, più pratico e di immediata distribuzione. Quanto giovi come prevenzione la catechesi e l'educazione alla castità è inutile chiederselo. Quindi per la Chiesa va osteggiato in tutti i modi il ricorso al preservativo per poi curare gli infettati gratis con grande gioia delle multinazionali del farmaco. Questa somma ipocrisia della Chiesa è lapalissiana per chiunque riesca a togliersi i paraocchi, come è altrettanto lapalissiano che la contraccezione diffusa e gratuita a tutti i livelli può ridurre notevolmente l'aborto. Ma da noi nessuno lo dice, anzi i nostri giornali nazionali e i nostri politici appecorati e corrotti fingono ignominiosamente di non saperlo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)