Visualizzazioni totali

mercoledì 22 settembre 2010

Il papa in arrivo a Palermo. Che dirà della mafia?

Dopo la visita di Stato in Inghilterra e Scozia, papa Benedetto XVI si accinge a recarsi a Palermo per una visita pastorale.

Gli inglesi hanno dimostrato un certo disappunto a scialacquare in tempi di crisi, per la sicurezza di Ratzinger durante i quattro giorni di visita papale, la cifra di oltre 14 milioni di euro.

Così anche la Regione Sicilia, constatato che lo Stato non verserà un quattrino, sta mostrando un certo disappunto a dover grattare il fondo delle sue casse vuote per stanziare gli oltre due milioni e mezzo di euro (cinque miliardi delle vecchie lire) per supportare questo “grande evento”.

Oltre al dispiegamento delle forze dell'ordine e dei molteplici servizi richiesti, una cospicua fetta delle spese riguarderà i 600 pullmann ingaggiati per il trasporto dei pellegrini da tutta l'isola.

Mi chiedo, perché la Cei che riceve,ogni anno, dal nostro Stato la bella cifra di un miliardo di euro con l'otto per mille (senza contare le altre prebende), non scuce un copeco in una circostanza come questa?

Ma la preoccupazione non è solo per quei due milioni e mezzo di euro che costerà la visita papale. Il programma infatti prevede la celebrazione della messa sul prato del Foro Italico e gli agronomi e i paesaggisti già avvertono che sarà la morte sicura per quell’area verde che già è costata tanto alla città. Insomma, la visita papale, determinerà un certo aggravio ai contribuenti siciliani e palermitani.

Che dirà il papa a Palermo del male endemico della mafia che infetta ancora la cultura popolare, la politica e le istituzioni della Sicilia?

Avrà il coraggio di denunciare le infiltrazioni mafiose in ogni angolo della vita sociale dell'isola e smentire categoricamente le gravi affermazioni che l’arcivescovo di Palermo, il “continentale” lombardo Ernesto Ruffini, gridava ai quattro venti negli anni della “transustanziazione” tra Cosa Nostra e la democrazia cristiana, che “la mafia è un’invenzione dei continentali per diffamare la Sicilia”?

Riuscirà a spingere il clero siciliano a rompere definitivamente la riprovevole compromissione della cupola ecclesiastica con la cupola mafiosa la quale, tramite il potere politico ad essa connesso, è sempre stata disponibile ad elargire benefici pubblici a favore della Chiesa e delle sue strutture?

O don Pino Puglisi che nel suo quartiere Brancaccio è stato brutalmente assassinato per essersi ribellato alla mafia, la morte “ se l'è solo cercata”?

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)