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martedì 21 settembre 2010

La visita del papa nel Regno Unito: un modesto insuccesso.

“L'accoglienza di Benedetto XVI in Gran Bretagna è la più ostile che abbia ricevuto in mezzo decennio di viaggi papali”, scrive Christopher Caldwell sul “Financial Times”.

Ciò tenendo conto della lettera di cinquanta personalità, alla vigilia del viaggio, che contestavano la visita del papa come capo di Stato, la contestazione di più di centomila londinesi e l'atteggiamento degli inglesi in generale, di cui solo 55 su cento si dicono cristiani (anglicani o cattolici).

Le rigidità sull'aborto, sui preservativi, sui diritti dei gay, sulle donne sacerdote, che la Chiesa cattolica considera principi non negoziabili, suonano alle orecchie britanniche come assurde, eccentriche, anacronistiche e inspiegabili.

Ad Hyde Park migliaia di persone hanno vistosamente protestato contro la visita del Pontefice e gli scandali sulla pedofilia, mentre in più occasioni atei, gay e pro-abortisti, hanno dato vita a cortei per le strade del centro di Londra.

Il premier britannico David Cameron ha ricevuto il papa attribuendogli l'ossequio formale di un capo di Stato, guardandosi bene, però, dallo slinguazzare l'anello papale, come usano fare i nostri servili politici, e respingendo senza esitazione la tesi espressa da Benedetto XVI secondo cui la società britannica rischia di cadere vittima di "aggressive forme di secolarizzazione''.

Infatti il papa, ossessionato come sempre dal suo assolutismo religioso, si era scagliato contro il “relativismo” nella società moderna, e perfino contro l'aggressivo secolarismo”, come se esistesse un diffuso ateismo in tutto il Regno Unito.

L'arcivescovo (anglicano) di Canterbury, Rowan Williams, non ha esitato a rispondere al papa ricordandogli che la fede non deve essere considerata “sfida alla libertà e scandalo dell'intelletto”, ma solo “parte del dibattito”.

Benedetto XVI, da perfetto teocrate legato al Syllabo di Pio IX, facendo sobbalzare gli Inglesi, è riuscito anche a manifestare la sua ostilità verso la democrazia dichiarando: “Se i principi morali che sostengono il processo democratico sono determinati da nulla di più solido del consenso sociale, allora la fragilità del processo risulta del tutto evidente – e proprio qui sta la vera sfida per la democrazia”.

Avete capito? La democrazia di papa Ratzinger rifiuta di riconoscere validità al consenso sociale, cioè alla libera determinazione dei cittadini. Da dove discende allora la democrazia per lui? Ma è lapalissiano: da un chimera chiamata dio che con la volontà popolare non c'entra per niente.

Per quanto poi riguarda le vittime degli abusi sui minori, che tanta indignazione ha suscitato in Gran Bretagna, Ratzinger per un crimine così odioso si è limitato ad un generico “sorrow”, dispiacere. Ma “sorrow”, come distinguono gli inglesi, non equivale ad “apology”, chiedere scusa. Insomma, ha versato le solite lacrime di coccodrillo sulle colpe dei preti pedofili sui quali lui e i suoi predecessori avevano per decenni chiuso gli occhi.

Infine la infame impostura che considera Il cristianesimo come motore di sviluppo e argine a ogni tirannia, quella «nazista» come quella dell’«estremismo ateo». Mettere sullo stesso piano i nazisti e gli atei rappresenta una colossale mistificazione della storia, la quale ci dimostra esattamente il contrario di quanto afferma questo papa.

Il delirio nazista, nato nella cattolicissima Baviera, è stato appoggiato dall'intera gerarchia cattolica e protestante della Germania dell'epoca, da papa Pacelli, che con Hitler firmò un concordato, e perfino da un giovane della hitlerjugend di nome Joseph Alois Ratzinger (oggi Benedetto XVI), nella cui cintura, come in quella di tutti gli altri soldati tedeschi, stava scritto “Gott mit uns”, Dio è con noi.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)