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mercoledì 29 settembre 2010

Il rogo dei libri: la più crudele manifestazione di intolleranza e di barbarie.

Il “Koran Burning Day”, cioè il rogo minacciato dal pastore battista americano Terry Jones di testi coranici, per fortuna non si è verificato, evitando così rappresaglie durissime da parte del mondo islamico.

Ma la minaccia provocatoria del pastore americano ci ha fatto comprendere che il rogo dei libri è tornato di moda e darà luogo ad altre possibili mostruosità, visto il crescente fondamentalismo religioso che infesta il mondo. La storia, fin dalle origini della civiltà, è stata sempre disseminata di simili misfatti dovuti a motivi religiosi e dispotici.

A nostra conoscenza ce ne sono a centinaia, alcuni così devastanti da annientare un'intera civiltà come quello degli spagnoli, che nel 1562 decisero di incenerire la totalità dei libri sacri dei Maya, o depauperare il mondo di opere di enorme impatto cultuale, come le distruzione della biblioteca di Alessandria nel 391.

Entrambi questi crimini sono dovuti alla Chiesa cattolica che per più di un millennio coi roghi ha arrostito oltre i libri anche gli eretici. Basta andare al vaticano Salone Sistino per vedere affreschi tardocinquecenteschi che illustrano questi obbrobri.

La distruzione di testi antichi è stata la più devastante perché ha determinato la cancellazione definitiva delle opere, mentre dopo l'invenzione della stampa seriale di Gutenberg, alla metà del XV secolo, con la conseguente moltiplicazione delle copie di un testo, ha avuto un impatto minore, più simbolico che reale.

E oggi, nella generazione informatica del terzo millennio, il rogo dei libri è pressoché inutile in tal senso. La rete informatica, diffusa capilarmente in tutto il globo, impedisce in modo totale di annullare reperibilità e fruizione dei libri e ancor meno di estirpare l’intera cultura di riferimento.

Quindi oggi il rogo di libri rappresenta una pura esibizione di condanna ideologica dei contenuti che essi rappresentano, ritenuti religiosamente o politicamente destabilizzanti. Il danno materiale è nullo, quello ideologico, massimo.

Il pastore battista americano Terry Jones questo voleva: bruciando il Corano inviare un devastante messaggio di disprezzo alla religione musulmana per farla apparire non solo falsa rispetto al suo cristianesimo, ma addirittura demoniaca. Un caso lapalissiano di follia religiosa.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)