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mercoledì 8 settembre 2010

Per Stephen Hawking, l'astrofisico più famoso del mondo: "Non fu Dio a creare l'universo".

Nel suo nuovo libro che sta uscendo in questi giorni, intitolato “The Grand Design” (Il grande progetto) Stephen Hawking, l'autore del best-seller internazionale “Dal Big Bang ai buchi neri”, afferma, sulla base di nuove teorie, che "l'universo può essersi creato da sé, può essersi creato dal niente" e dunque "non è stato Dio a crearlo". Da ciò la logica conseguenza: se Dio non ha creato l'universo, non esiste per niente.

Richard Dawkins, il biologo ateo di ferro, accogliendo esultante questa affermazione aggiunge: "Così come Darwin ha smentito l'esistenza di Dio con la sua teoria sull'evoluzione biologica della nostra specie, adesso Hawking la nega anche dal punto di vista della fisica"

Scrive infatti Hawking nel suo libro: "Poiché esiste una legge come la gravità, l'universo può essersi e si è creato da solo, dal niente. La creazione spontanea è la ragione per cui c'è qualcosa invece del nulla, il motivo per cui esiste l'universo, per cui esistiamo noi". E predice che la fisica è ormai vicina a formulare "una teoria del tutto", una serie di equazioni che possono interamente spiegare la natura dell'universo.

Nel campo dell'ateismo la pubblicazione del libro di Hawking viene accolta come una vittoria della ragione e della scienza, da celebrare a due settimane dalla visita in Inghilterra di papa Benedetto XVI, che non sarà per niente d'accordo con Hawking in quanto non solo questo papa crede fermamente in Dio, ma considera la scienza ancella della fede.

Hawking non ha mai creduto che scienza e religione siano conciliabili e tanto meno che la scienza sia subordinata alla fede. "C'è una fondamentale differenza tra la religione, che è basata sull'autorità (cioè sulla rivelazione piovuta dall'alto e mai dimostrata), e la scienza, che è basata su osservazione e ragionamento" egli afferma categorico. "E la scienza vincerà perché funziona". Non solo, ma prova tutto ciò che afferma, mentre la religione non prova niente di quello che va predicando.

Che il "Big Bang", la grande esplosione che ha creato il mondo, non sia avvenuto per intervento divino, ma come conseguenza inevitabile delle leggi della fisica non è l'unica prova a dimostrare l'assurdità della religione. Ce n'è un'altra: la certezza della scienza che il nostro universo non è l'unico esistente ma solo uno di una serie di universi nei quali altre forme di vita sono possibili.

Ciò «rende meno straordinarie le condizioni del nostro pianeta» ed elimina la certezza che «la Terra sia stata creata apposta a beneficio degli esseri umani», come tutte le religioni ci hanno lusingati a credere in base al dogma antropocentrico dei creazionisti.

Se poi consideriamo che secondo Darwin l'uomo è semplicemente il prodotto di un mix di caos e determinismo che avrebbe potuto essere assemblato in qualcosa di molto diverso da quello che è, arriviamo alla conclusione inevitabile che, in base alle leggi dell'evoluzione, la nostra specie, anziché vanatrsi di essere stata creata ad immagine di Dio, altro non sarebbe che una variazione casuale nell'esplosione del vivente. (È un po' dura da ingoiare, ma è così).

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)