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sabato 25 settembre 2010

L’eredità avvelenata di Marcinkus

La Chiesa Cattolica fin dai tempi di papa Leone XIII disporre di una dottrina sociale, fondata sulla lotta alla povertà e la demonizzazione del danaro, definito "sterco del diavolo".

L'ostilità verso i ricchi e le classi abbienti, è presente in molto passi evangelici: “Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame” (Luca 24, 25). "... è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio" (Matteo 19,22). In sintesi, nei Vangeli, i ricchi non vengono condannati per i loro peccati ma semplicemente per la loro ricchezza.

Però,nonostante la sua dottrina sociale, fondata sulla lotta alla povertà, e nonostante i molti passi evangelici che tuonano contro la ricchezza, la nostra Santa Romana Chiesa è l'unica religione ad avere una propria banca per maneggiare affari e investimenti, l'Istituto Opere Religiose, meglio conosciuto come IOR.

Si tratta di una banca coi fiocchi, che tratta affari di altissimo livello e che gestisce miliardi di euro di depositi offrendo ai correntisti, fra i quali "qualcuno ha avuto problemi con la giustizia", rendimenti superiori ai migliori hedge fund e un vantaggio inestimabile: la totale segretezza.

Insomma un vero paradiso fiscale in Terra, utilizzato da chi non solo non vuole pagare le tasse ma anche vuol riciclare capitali sporchi.

Quando, sotto il pontificato di Paolo VI, a capo dello Ior fu nominato Paul Marcinkus, il figlio di un lavavetri lituano, nato a Cicero (Chicago), la banca vaticana iniziò una serie incredibile di scandali che non si è ancora del tutto conclusa.

Avendo salvato Paolo VI dall'attentato nelle Filippine, mons. Marcinkus fu protagonista di una clamorosa carriera che lo portò in breve tempo al cardinalato prima e al dominio assoluto della banca vaticana poi.

Il personaggio era davvero unico: alto e atletico, buon giocatore di baseball e golf, un Avana perennemente incollato alle labbra, stupende segreterie bionde alla Marylin Monroe, auto fuoriserie e amici pokeristi poco raccomandabili, perché soci della P2. Più un avventuriero di Wall Street che un pacioso prelato.

La gestione spericolata dello Ior da parte di Marcinkus si concluse con il clamoroso scandalo del Banco Ambrosiano che provocò un crac di 1.159 milioni di dollari e la rovina di decine di migliaia di famiglie e costrinse la banca vaticana a versare 406 milioni di dollari ai liquidatori.

Lo scandalo fu accompagnato da una scia di cadaveri eccellenti: Michele Sindona, Roberto Calvi, il giudice istruttore Emilio Alessandrini e l'avvocato Giorgio Ambrosoli. Ma a Marcinkus viene attribuita anche la morte inspiegabile di papa Luciani, dopo soli 33 giorni di pontificato, alla vigilia della sua decisione di rimuovere i vertici dello Ior.

Quando papa Woytjla fu costretto ad allontanare, suo malgrado, l'autore del crac Ambrosiano dalla presidenza dello Ior non spese una parola di condanna perché Marcinkus era e rimane per le gerarchie cattoliche "una vittima", anzi "un'ingenua vittima".

Con l'arrivo alla presidenza dello Ior di Angelo Caloia prima e, recentemente, di Ettore Gotti Tedeschi, due galantuomini della finanza bianca, molte cose sono cambiate. Altre no, per l'opposizione di alcuni esponenti della vecchia gerarchia vaticana. Per cui gli scandali sono proseguiti, da Tangentopoli alle stragi del '93, alla scalata dei "furbetti" e perfino a Calciopoli.

E continuano anche ai nostri giorni con la violazione della direttiva Ue sulla prevenzione del riciclaggio. Il denaro per la Chiesa, diventata una delle massime potenze finanziarie del mondo, non è più,eufemisticamente parlando, "sterco del diavolo", ma un prezioso dono divino.

Ce lo conferma Marina Marinetti su Panorama Economy spiegando che, con oltre 407 mila dollari di prodotto interno lordo pro capite, la Città del Vaticano è di gran lunga lo "Stato più ricco del mondo".

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)