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lunedì 6 settembre 2010

Nella mattanza in atto di posti di lavoro in tutti gli ordini di scuola, solo gli insegnati di religione non hanno subiti tagli, anzi sono cresciuti.

L'Italia si attesta sempre più come il Paese più bigotto d'Europa. La riforma in atto della scuola ce lo dimostra. Negli anni del più grande licenziamento di massa della storia della scuola italiana, dei tagli brutali ad ogno ordine di disciplina, gli insegnanti di religione cattolica, materia che propina come verità delle favole assurde, vere circonvenzioni di minori, sono addirittura aumentati a 26.000.

Si tratta di docenti che hanno una singolare, doppia matrice giuridica: nominati (o rimossi) dalla Curia (senza che il Ministero dell'istruzione possa interferire sui contenuti del loro insegnamento), pagati dalle tasse di tutti gli Italiani.

Lo Stato italiano, unico tra i Paesi liberali d’Occidente, si ostina a spendere la bellezza di oltre 1 miliardo di euro (due mila miliardi delle vecchie lire) per insegnare questa disciplina opinabile, evanescente ed inutile, già abolita in Francia, a Berlino ed in altri Paesi europei e con l'ottopermille (altro miliardo di euro) paga i 60 mila preti che insegnano il catechismo nelle parrocchie.

Un insegnamento che pretende di trasmette, come verità assoluta, una conoscenza non oggettiva e non suffragata da alcuna prova, ma inventata da individui che hanno scambiato le loro allucinazioni per visioni celesti, per messaggi divini, e fanno affidamento sulla credulità delle masse facilmente plagiabili. Un autentico stupro intellettuale.

”L’ora di Religione non si tocca”, aveva detto la ministra Gelmini all’inizio dello scorso anno scolastico su intimazione vaticana. E cos' è stato. Il Concordato tra l’Italia e la Santa Sede, ratificato nel 1984, che tanti benefici economici ha riconosciuto alla Cei, tra i quali l'otto per mille, aveva anche trasformato l'ora di religione nelle scuole statali da obbligatoria a facoltativa, e aveva stabilito l'istituzione di un'attività’ alternative alla religione cattolica per gli studenti che ne rifiutano l'insegnamento.

Questa attività alternativa è rimasto lettera morta, per cui l'ora di religione è diventata pressoché obbligatoria. Ora, in violazione all’art. 309 del Testo Unico delle leggi sulla scuola che stabilisce modalità e criteri di valutazione di chi si avvale dell’Insegnamento Religione cattolica, cioè emettere giudizi e non voti, in un liceo paritario romano – il Seraphicum – i ragazzi sono stati ammessi all’esame di Stato con il contributo di 10 in religione.

Questo per indicare che si riccorre ad ogni sotterfugio, ad ogni usurpazione per imporre in modo vessatorio l'ora di religione col beneplacito di chi, invece, dobrebbe garantire il rispetto delle leggi e della libertà religiosa. Insomma nella scuola italiana sempre meno cultura vera e sempre più pseudocultura improntata a favole religiose.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)